“L’operazione giudiziaria ‘Giù le mani’, come si apprende da alcuni stralci dell’ordinanza pubblicati dai quotidiani locali, rende chiara l’esistenza di un patto scellerato tra pezzi di criminalità e di politica locali, siglato in occasione delle elezioni amministrative del 2021, che avrebbe interessato diversi esponenti dell’amministrazione Rotice”. Lo riporta una nota del Pd di Manfredonia dopo il blitz con sette misure cautelari in riva al golfo per una serie di reati tra cui corruzione ed estorsione.
“È l’ennesima dimostrazione di quanto urgente fosse la necessità di mandare a casa un’accozzaglia di persone – proseguono dal Pd – che sembrerebbe essere totalmente asservita a logiche e interessi opachi, oltre ad essere incapaci di dare seguito ad uno solo dei provvedimenti necessari a ristabilire la legalità nel nostro territorio.
La stampa riporta la mappa delle connessioni e delle connivenze dei vertici amministrativi e politici del centrodestra, non escluso l’ex sindaco, con gli esponenti di punta dei clan locali. Eppure, Gianni Rotice ha la faccia tosta di chiedere le nostre scuse (lo ha dichiarato ad un giornale forse poco documentato e informato sulle dinamiche manfredoniane, ndr), come se tutti non sapessero che la causa vera della sua rottura con l’ex assessore Angelo Salvemini non fu la demolizione del ristorante ‘Guarda che Luna’ ma l’affare della pubblica illuminazione (quando Salvemini tirò fuori i rapporti tra Rotice e l’imprenditore interdetto per mafia, Michele D’Alba, sostenitore dell’ex sindaco in campagna elettorale, ndr). Un’altra vicenda, quest’ultima, che ha fatto clamorosamente emergere la nefanda connessione – proseguono dal Pd – tra interessi privati e azione amministrativa del centrodestra e su cui auspichiamo si faccia piena luce“.
Senza dimenticare il consigliere di centrodestra, a sostegno di Rotice, Adriano Carbone, condannato in primo grado ad un anno e 8 mesi nel processo “Omnia Nostra” e Michele Fatone che, nonostante fosse citato nella relazione di scioglimento del 2019, continuava ad operare tranquillamente nell’azienda di servizi ecologici Ase, municipalizzata del Comune. Fatone e Michele Romito sono i principali arrestati di “Giù le mani”.
E ancora: “Il Partito Democratico già nel 2019, all’esito dello scioglimento dell’amministrazione guidata dal centrosinistra, aveva compreso la necessità di rinnovare, nei metodi e nei protagonisti, la classe politica. È ciò che abbiamo fatto, unici nel panorama cittadino, assumendo anche più responsabilità di quante ce ne toccassero, senza nessun timore di rinunciare a parte del consenso ormai consolidato e con il preciso intento di allontanare anche solo l’ombra di un condizionamento politico e amministrativo”.
Poi affermano che “a testa alta abbiamo svolto la nostra funzione di opposizione al malgoverno del centrodestra e di Gianni Rotice. Con determinazione abbiamo perseguito e ottenuto lo scioglimento del Consiglio comunale, anche contro il volere di chi avrebbe preferito soluzioni istituzionali diverse e fantasiose. Così facendo, abbiamo scongiurato il prevalere del malaffare originato da quelle connessioni e connivenze, e un assai probabile nuovo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Oggi, all’esito di un’inchiesta giudiziaria che ribadisce l’impegno dello Stato nell’attività di bonifica del territorio, riteniamo più che mai necessario proseguire sulla strada della responsabilità, del rinnovamento, della legalità”.
E concludono: “Per questa ragione, alla vigilia delle elezioni per il sindaco e il Consiglio comunale, ci appelliamo alle forze sane e progressiste della città per costruire insieme un’alleanza politica e civica fondata sul voto pulito e orientata al governo pulito e responsabile. Con il sostegno e la fiducia delle elettrici e degli elettori, chiudiamo questa infamante parentesi della nostra gloriosa storia e torniamo a guardare con fiducia al futuro”.