Rinvio a maggio per mutamento del collegio giudicante. Questo, in sintesi, l’esito dell’udienza di oggi a Bari del processo d’appello “Decimabis”, secondo grado di giudizio, a carico di boss e picciotti della mafia foggiana. Alla sbarra alcuni dei maggiori esponenti delle batterie Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese.
Ad ottobre 2022 ci furono 28 condanne in primo grado per un totale di due secoli di carcere inflitti con rito abbreviato (sconto di un terzo della pena). Altri imputati che scelsero il rito ordinario sono stati condannati un anno più tardi a circa 130 anni di galera.
Spicca nella lista degli imputati il boss Pasquale Moretti, 47 anni, detto “Il porchetto” mentre un altro boss coinvolto, Federico Trisciuoglio alias “Enrichetto lo Zoppo” o “Polpetta”, è deceduto a pochi giorni dalla sentenza di primo grado.
Rilevante ai fini processuali l’apporto del pentito Patrizio Villani, ex killer della batteria Sinesi-Francavilla che avrebbe riferito nuovi particolari sugli assetti della malavita foggiana ricostruendo alcuni episodi di violenza degli ultimi anni come il tentato omicidio dei fratelli Trisciuoglio, vicenda ricostruita dettagliatamente nelle carte dell’inchiesta.
Le condanne in primo grado
Agli imputati vennero inflitti circa due secoli di galera. 16 anni a Pasquale Moretti e 10 anni al figlio Rocco junior. 10 anni e 8 mesi e 10.667 euro di multa ad Alessandro Aprile detto “Schiattamurt”; 2 anni e 500 euro di multa a Michele Cannone; 2 anni e 500 euro di multa ad Alfonso Capotosto; 8 anni e 6 mesi ad Aldo Checchia; 8 anni a Marco Consalvo; 5 anni e 8 mesi e 3.333 euro di multa a Emilio D’Amato; 11 anni e 2 mesi a Tommaso D’Angelo; 3 anni e 4 mesi a Giuseppe Folliero; 10 anni e 8 mesi ad Antonello Frascolla; 11 anni e 4 mesi a Gioacchino Frascolla; 2 anni e 1800 euro di multa a Ernesto Gatta; 5 anni e 8 mesi e 4mila euro di multa a Domenico La Gatta; 6 anni e 8 mesi ad Antonio Miranda; 5 anni e 6 mesi e 1333 euro di multa ad Ivan Narciso; 8 anni a Benito Palumbo; 6 anni e 4 mesi e 4333 euro di multa a Raffaele Palumbo; 3 anni e 3mila euro di multa a Massimo Perdonò detto “Massimino”; 7 anni e 4 mesi e 5mila euro di multa a Francesco Pesante detto “U’ Sgarr”; 7 anni e 8 mesi a Sergio Ragno; 11 anni e 4 mesi a Giovanni Rollo; 4 anni e 8 mesi e 3.333 euro di multa ad Antonio Salvatore detto “Lascia Lascia”; 8 anni e 4 mesi e 3.667 euro di multa a Francesco Tizzano; 12 anni e 8 mesi a Nicola Valletta; 8 anni e 6 mesi ad Antonio Verderosa; 3 anni e 4 mesi a Carlo Verderosa, 3 anni e un mese a Patrizio Villani. Le condanne tennero conto della riduzione di un terzo della pena prevista per l’abbreviato. Reati estinti per Trisciuoglio, deceduto.
Nell’inchiesta figuravano, oltre a Villani, i pentiti Alfonso Capotosto, Giuseppe Folliero e Carlo Verderosa. Anche Aldo Checchia, uomo del capomafia Trisciuoglio, mostrò pentimento durante un’udienza del primo processo, ammettendo di aver sbagliato e dicendosi pronto a cambiare vita.
Tra le parti civili alcune vittime che ebbero il coraggio di denunciare i propri aguzzini, le associazioni Confindustria Foggia, Confindustria Puglia, la Fondazione Buon Samaritano, l’Antiracket, la Camera di Commercio Foggia e Libera.