Ha preso il via il processo d’appello “Decimabis” nei confronti di boss e sodali della “Società Foggiana”. Verifica notifiche, costituzione delle parti e questioni preliminari hanno caratterizzato l’udienza barese nei confronti delle batterie Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese, Sinesi-Francavilla e Moretti-Pellegrino-Lanza.
Le condanne, ben 28, rifilate in primo grado dal Tribunale di Bari, con rito abbreviato (sconto di un terzo della pena), risalgono al 20 ottobre 2022. Altri imputati che scelsero l’ordinario sono invece stati condannati pochissime settimane fa.
Un anno fa il procedimento penale si chiuse con una raffica di condanne per padrini, capibastone e picciotti della mafia foggiana. Tra i reati contestati l’estorsione e la tentata estorsione a imprenditori e commercianti della città, il tentato omicidio, l’usura, la turbativa d’asta e l’associazione mafiosa, aggravante caduta per alcuni degli imputati. Decimabis fu la maxi operazione di Dda e carabinieri risalente al 2020 seguito di Decima Azione del 2018.
Vennero coinvolti pezzi da Novanta dei gruppi criminali tra cui i boss Pasquale Moretti detto “Il porchetto” e Federico Trisciuoglio alias “Enrichetto lo Zoppo” o “Polpetta”, deceduto l’anno scorso dopo una lunga malattia.
Importante l’apporto del pentito Patrizio Villani, ex killer della batteria Sinesi-Francavilla. In una delle ultime udienze la magistrata della Dda Bruna Manganelli ribadì il contenuto accusatorio delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia nei confronti dei vari imputati del processo e, sulla base dell’aiuto che Villani fornì agli inquirenti, chiese per lui una pena minima, due anni e 8 mesi di reclusione con attenuanti generiche e l’attenuante della collaborazione rispetto ai 10 anni invocati in prima battuta. Villani era a processo per il tentato omicidio dei fratelli Trisciuoglio, vicenda ricostruita dettagliatamente nelle carte dell’inchiesta.
Le condanne del primo grado
Agli imputati vennero inflitti circa due secoli di galera. 16 anni a Pasquale Moretti e 10 anni al figlio Rocco junior. 10 anni e 8 mesi e 10.667 euro di multa ad Alessandro Aprile detto “Schiattamurt”; 2 anni e 500 euro di multa a Michele Cannone; 2 anni e 500 euro di multa ad Alfonso Capotosto; 8 anni e 6 mesi ad Aldo Checchia; 8 anni a Marco Consalvo; 5 anni e 8 mesi e 3.333 euro di multa a Emilio D’Amato; 11 anni e 2 mesi a Tommaso D’Angelo; 3 anni e 4 mesi a Giuseppe Folliero; 10 anni e 8 mesi ad Antonello Frascolla; 11 anni e 4 mesi a Gioacchino Frascolla; 2 anni e 1800 euro di multa a Ernesto Gatta; 5 anni e 8 mesi e 4mila euro di multa a Domenico La Gatta; 6 anni e 8 mesi ad Antonio Miranda; 5 anni e 6 mesi e 1333 euro di multa ad Ivan Narciso; 8 anni a Benito Palumbo; 6 anni e 4 mesi e 4333 euro di multa a Raffaele Palumbo; 3 anni e 3mila euro di multa a Massimo Perdonò detto “Massimino”; 7 anni e 4 mesi e 5mila euro di multa a Francesco Pesante detto “U’ Sgarr”; 7 anni e 8 mesi a Sergio Ragno; 11 anni e 4 mesi a Giovanni Rollo; 4 anni e 8 mesi e 3.333 euro di multa ad Antonio Salvatore detto “Lascia Lascia”; 8 anni e 4 mesi e 3.667 euro di multa a Francesco Tizzano; 12 anni e 8 mesi a Nicola Valletta; 8 anni e 6 mesi ad Antonio Verderosa; 3 anni e 4 mesi a Carlo Verderosa, 3 anni e un mese a Patrizio Villani. Le condanne tennero conto della riduzione di un terzo della pena prevista per l’abbreviato, rito scelto dai 29 imputati. Reati estinti per Trisciuoglio, deceduto.
Nell’inchiesta figuravano, oltre a Villani, i pentiti Alfonso Capotosto, Giuseppe Folliero e Carlo Verderosa. Anche Aldo Checchia, uomo del capomafia Trisciuoglio, mostrò pentimento durante un’udienza del processo, ammettendo di aver sbagliato e dicendosi pronto a cambiare vita.
Tra le parti civili alcune vittime che ebbero il coraggio di denunciare i propri aguzzini, le associazioni Confindustria Foggia, Confindustria Puglia, la Fondazione Buon Samaritano, l’Antiracket, la Camera di Commercio Foggia e Libera.
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