“Mio fratello adesso lavora per il Ministero degli Interni e sta studiando. Si è iscritto all’università ed è entusiasta di questo”. Libera Scirpoli parla così del fratello Francesco, 40enne di Mattinata detto “Il lungo”, al vertice del clan mafioso garganico Lombardi-Scirpoli. L’ex segretaria del Pd di Mattinata, oggi compagna del sindaco di Manfredonia Gianni Rotice ha rilasciato una lunga intervista video a statoquotidiano.it per replicare ad alcune notizie comparse su l’Immediato relative ad inchieste giudiziarie che riguardano il noto boss.
La donna, 41 anni, ridimensiona la figura del parente definito “una persona normale, ma anche debole, con un carattere non tanto diverso dal mio”. Poi si contraddice: “Lui è forte, sta pagando il suo debito con la giustizia da 4 anni”. Inoltre, secondo Libera Scirpoli i detenuti sarebbero dei veri e propri dipendenti del Ministero solo per il fatto di svolgere piccole mansioni lavorative all’interno dei penitenziari.
Nonostante una condanna definitiva ad oltre 8 anni di galera (rito abbreviato) per una rapina con kalashnikov e il coinvolgimento in maxi inchieste antimafia come Iscaro-Saburo e Omnia Nostra, la donna pone ancora dubbi sul vero ruolo del fratello che “non merita processi mediatici perché la giustizia deve fare il suo corso”. Sconfessa anche Paolo Borsellino che diceva sempre: “Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”.
Tende poi a sviare le domande su Antonio Quitadamo, alleato di Scirpoli, condannato in via definitiva per la stessa rapina ed oggi collaboratore di giustizia. Secondo Quitadamo, detto “Baffino”, Scirpoli sarebbe uno dei capi dell’organizzazione criminale dopo la morte di Mario Luciano Romito: “Non riesco a credere ad una cosa del genere. Sono dichiarazioni da confrontare con la realtà. Mi auguro che queste verifiche si facciano il prima possibile perché la mia famiglia non merita questo”.
E ridimensiona tutto in “amicizie sbagliate” del fratello che in buona sostanza sarebbe stato trascinato sulla cattiva strada da altre persone. Molto singolare per un capoclan. Stando a recenti inchieste, “Il lungo” sarebbe il vero organizzatore del gruppo criminale oltre che anello di congiunzione tra batterie mafiose. Noti i suoi contatti con il viestano Danilo Della Malva attraverso il quale si instaurò un solido legame con il clan Raduano.
Riferimenti anche al terreno che un giudice in pensione cedette alla società della famiglia Scirpoli che fino al 2019 era amministrata proprio dal boss, una compravendita da 400mila euro come ricostruito dai carabinieri del Ros nel corso di un’indagine sui conti del malavitoso garganico. “200mila euro versati attraverso un mutuo (scadenza 2031 ndr), gli altri 200 con prestiti delle mie zie. Un’operazione lecita e trasparente. Tra l’altro il giudice in questione era un giudice fallimentare”. Una totale falsità, durante la sua carriera l’anziano togato ha presieduto i massimi uffici penali. E ancora: “I risparmi dei miei genitori sono stati messi a disposizione del figlio più debole”.
Secondo quanto riportato dall’ordinanza di “Omnia Nostra”, Scirpoli e soci erano così potenti da ricevere soffiate da un poliziotto, tale “Matteo”, su perquisizioni e arresti. “Mò gli ho portato un poco di pesce…” diceva il boss mattinatese intercettato con riferimento all’agente, quest’ultimo forse residente della zona. “Si accertino queste cose. Se così fosse allora è bene chiarirlo. E comunque mio fratello è sempre stato arrestato”, ha detto Libera Scirpoli in merito alla vicenda, augurandosi che le istituzioni, quindi il questore di Foggia, facciano chiarezza su questi legami pericolosi. “Il caso di mio fratello andrebbe studiato – ha aggiunto -. Se anche in famiglie perbene accadono queste cose vuol dire che c’è un problema. Cosa sta succedendo alla nostra società?”.
Poi sul suo rapporto col sindaco Rotice: “Quando io e Gianni abbiamo iniziato la nostra storia, mio fratello non c’era. Sono Libera di nome e di fatto”. Ha anche replicato alla notizia sulla visita al Parlamento europeo con Rotice e staff: “Non avevo un ruolo istituzionale. Ero lì per conto mio e ho salutato alcune amiche”. Eppure c’è una foto che la ritrae ad uno degli appuntamenti di lavoro del primo cittadino a Bruxelles.
Semplici amicizie anche nell’amministrazione comunale di Manfredonia. Alla domanda di statoquotidiano.it su eventuali coinvolgimenti nell’Assessorato al Bilancio, Scirpoli ha specificato di essere solo molto amica delle donne della giunta Rotice. “Prima ero attaccata perché segretaria del Pd di Mattinata, ora perché compagna del sindaco Rotice, l’unico che sta facendo la vera legalità. Rappresentassi un problema di legalità per il sindaco la cosa sarebbe già uscita. Io non c’entro niente e anche mio fratello non ha rapporti con i Comuni. Sono vittima di un sistema che mi diffama e che mi ha fatto smettere di fare politica. Quando lasciai il partito non fui difesa”. Viene da chiedersi: perché non fu difesa se le sue tesi erano fondate? E perché fa passare ogni critica nei suoi confronti per un attacco mirato? E ancora: la legalità tanto sbandierata da Rotice in che cosa si sarebbe palesata? In questi mesi sono emerse solo nuove problematiche ed eventi organizzati senza le dovute autorizzazioni.
Ma non è tutto, incalzata sui Comuni sciolti per mafia proprio per relazioni e legami poco chiari, ha dichiarato: “La Legge sullo scioglimento delle amministrazioni è restringente, il sindaco di Manfredonia ha un rapporto con me, non con persone inquisite o in carcere”. Parole che sconfessano o quantomeno mettono in dubbio la linea tracciata dalla Prefettura di Foggia in questi anni. Questo territorio, falcidiato da una criminalità molto cruenta, ha fatto registrare lo scioglimento per mafia di ben cinque enti comunali: è successo a Monte Sant’Angelo, Mattinata, Manfredonia, Cerignola e Foggia, mentre ad Orta Nova è insediata da qualche settimana la Commissione d’accesso agli atti.
Infine, si è espressa sui casi di lupara bianca che hanno afflitto l’intera provincia di Foggia ed in particolare il Gargano. Con riferimento alla scomparsa nel 2016 del mattinatese Francesco Armiento, Scirpoli ha ricordato che la madre del giovane “è stata abbandonata”. Ma da chi? E come mai non cita il fratello visto il suo ruolo criminale di spicco in un piccolo centro come Mattinata? Possibile che il clan sia all’oscuro di tutte queste sparizioni? (In foto, Libera Scirpoli; a destra, questore Rossi e prefetto Valiante; sotto, il boss Francesco Scirpoli)