Stangata finale ai rapinatori di Bollate. La Cassazione ha confermato le condanne in Appello per Francesco Scirpoli detto “il lungo”, 40enne di Mattinata, Antonio Quitadamo alias “Baffino”, 47enne di Mattinata, Raffaele D’Assisti, 32enne di Canosa, Catello Lista, 46enne di Manfredonia e Carmine Valerio, 45enne di Barletta. La Suprema Corte ha ritenuto “inammissibili” o da “rigettare” i ricorsi contro le condanne per la violenta rapina ad un portavalori della società di trasporto gioielli “Ferrari” avvenuta a Bollate in Lombardia il 15 ottobre 2016. Diventano dunque definitive le pene inflitte agli imputati: 8 anni e 4 mesi di reclusione a Scirpoli, 8 anni e 6 mesi a Quitadamo, 8 anni e 2 mesi a Catello Lista, 6 anni e 10 mesi a Raffaele D’Assisti, 5 anni e un mese a Carmine Valerio. Procedimento a parte per altri presunti componenti del commando tra cui il cerignolano Giancarlo Valerio D’Abramo, ritenuto dagli inquirenti tra i capi del gruppo di rapinatori.
Ma in questa inchiesta spiccano soprattutto i nomi di Scirpoli e Quitadamo, elementi di peso della malavita garganica, ritenuti dagli inquirenti ai vertici della criminalità organizzata di Mattinata, nelle fila del clan Lombardi-Ricucci-La Torre. I due sono stati arrestati anche lo scorso dicembre nella maxi operazione antimafia “Omnia Nostra” e adesso sono imputati nel processo che ne è scaturito. Scirpoli segue le vicende dal carcere di Agrigento mentre Quitadamo ha deciso di collaborare con la giustizia ed è entrato in un programma di protezione.
Incastrati da un dito e dal Dna
Quitadamo è stato tradito da una serie di indizi, tra questi una deformazione alla mano riconosciuta dai filmati della sorveglianza. “Presenta il dito medio della mano sinistra deviato e ripiegato nello stesso modo di quello che appare nel fotogramma che riprende il rapinatore armato di fucile a pompa accanto a D’Abramo mentre si appresta ad utilizzare la motosega”, si legge in sentenza.
Quanto a Scirpoli, ecco cosa scrive la Cassazione in risposta alla tesi della difesa: “L’utenza a lui attribuita, che è stata normalmente attiva dal 2 marzo 2015 al 31 ottobre 2016, aveva smesso di generare traffico alle 09:43 del 14 ottobre 2016 per poi essere riattivata alle 19:52 del 15 ottobre 2016 (giorno della rapina, ndr): si tratta di una coincidenza perfetta con gli orari della partenza e del ritorno del gruppo perfettamente consonante con analoghe iniziative di ogni altro membro della banda”.
Scirpoli incastrato anche dal Dna, l’uomo infatti rimase ferito durante il colpo. È stato accertato “che la traccia genetica, presente su fiamma ossidrica repertata sul luogo della rapina, era riconducibile all’imputato. La quantità di Dna disponibile aveva consentito analisi affidabili anche senza la stretta necessità di ulteriori amplificazioni e nuove prove; la comparazione svolta fra il campione salivare, prelevato il 18 ottobre 2017 a Scirpoli Francesco, aveva consentito di concludere in maniera del tutto regolare e affidabile che tale campione è compatibile con le campionature biologiche repertate ed analizzate nella maniera anzidetta e prelevate sul furgone portavalori della società Ferrari”.
“Omnia Nostra” e l’affare col giudice
Nelle carte di “Omnia Nostra” emerse la presunta influenza del clan Lombardi-Ricucci-La Torre anche a livello giudiziario: anni fa il rapporto tra Scirpoli ed un anziano giudice avrebbe evitato al 40enne mattinatese un’altra condanna, sempre per l’assalto ad un blindato. Così Pietro La Torre, membro di punta del clan Lombardi-Ricucci-La Torre, in un’intercettazione comparsa nell’ordinanza cautelare di “Omnia Nostra”: “Hanno avvicinato il giudice… hanno sistemato la pratica. La Cassazione ha buttato a terra”. Attualmente tra la famiglia di Scirpoli e il togato risulterebbe – come emerso da un’indagine degli inquirenti – un mutuo fondiario di 200mila euro stipulato il 30 settembre 2016 da un notaio di Manfredonia alla presenza dello stesso pregiudicato e di alcuni suoi parenti tra cui la sorella Libera, attuale compagna del sindaco di Manfredonia Rotice. Stiamo parlando di un mutuo con scadenza 30 settembre 2031 di 30 rate semestrali dell’importo di 7978 euro. L’affare riguarda la compravendita di un terreno a Mattinata. (In foto, Scirpoli e Quitadamo)
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