È datata 7 settembre la lettera del presidente dell’Ente Parco del Gargano, con la quale il professor Pasquale Pazienza attua ai sensi dell’articolo 18 comma 5 del CCNL relativo al personale dirigente dell’ex Area VI, una risoluzione del contratto di lavoro per la direttrice Maria Villani, nominata poco tempo fa e ancora in periodo di prova. Come si legge nella circostanziata missiva inviata alla giovane dirigente, nominata dal Ministro Sergio Costa e moglie di uno dei più alti burocrati di Federparchi, per Villani, secondo gli atti prodotti dalla presidenza, ci sarebbe stato il mancato superamento del periodo di prova, motivato da una serie di mancanze della direttrice.
Anzitutto Pazienza, che già a l’Immediato in giugno sulla questione degli ormeggi si era lagnato di un fraintendimento tra la presidenza e l’attività gestionale della direttrice, fa cenno alla “sua scarsa conoscenza della legge sul procedimento amministrativo”. Il presidente riferisce di un annullamento di autorizzazione rilasciata in precedenza avanzato da Villani senza motivazione. “Essendo la motivazione elemento essenziale del provvedimento è possibile qualificare come nullo il provvedimento da Lei adottato nel quale risulta del tutto deficitaria la motivazione”.
In più ci sarebbero state da parte della direttrice alcune assegnazioni fiduciarie di lavori ed incarichi a personale in somministrazione non dipendente anziché alle unità dipendenti, scavalcate da altri soggetti.
Villani avrebbe inoltre creato delle storture nell’adozione di alcuni atti contabili dell’Ente, facendo mancare alcuni pareri al rendiconto. Una situazione, che scrive Pazienza, ha “provocato imbarazzo verso i sindaci della Comunità del Parco esponendo in maniera negativa l’Ente verso l’esterno”.
Come se non bastasse la direttrice, stando agli elementi in possesso del presidente, aveva più volte contrastato le linee di indirizzo dell’organo politico. Pazienza riferisce di un caso abbastanza anomalo. Addirittura un dipendente, l’ingegner Matteo Totaro, si è visto negare l’autorizzazione per una missione insieme al presidente a Bari all’Acquedotto Pugliese sulla materia dei parcheggi in Foresta Umbra. Missione che era stata già segnalata e sollecitata dal presidente a Villani in favore di Totaro.
Ancora una volta “senza motivazione” Villani non ritenne di autorizzare Totaro, scrive il presidente.
Gli ultimi due motivi del mancato superamento del periodo di prova appaiono i più gravi e fanno prefigurare anche l’abuso di ufficio e il peculato per la giovane amministrativa.
Pazienza scrive che Villani ha mostrato “scarsa propensione ad instaurare rapporti efficienti di collaborazione e cooperazione con i dipendenti a Lei gerarchicamente subordinati, oltre che con gli stakeholders territoriali, comportamento che ha creato spesso non pochi imbarazzi alla presidenza dell’Ente” e infine Villani avrebbe utilizzato impropriamente i mezzi di proprietà del Parco e delle risorse umane dipendenti del Parco.
Ebbene di fronte a questo fulmine a ciel sereno, i parlamentari a 5 Stelle Marialuisa Faro, Giorgio Lovecchio, Gisella Naturale Marco Pellegrini e l’europarlamentare Mario Furore, che più di tutti insieme a Rosa Barone si erano battuti per un cambio di direzione e per il rinnovamento rispetto alla ex dirigente Carmela Strizzi, sono pronti ad andare fino in fondo. L’idea potrebbe essere chiedere al Ministro di commissariare il Parco.
E scrivono: “L’improvvisa defenestrazione della direttrice del Parco Nazionale del Gargano e, quindi, la risoluzione del mandato conferito alla dottoressa Maria Villani, dopo soli tre mesi, ci coglie assolutamente di sorpresa.Quella che doveva essere la rinascita del Parco, dopo anni di sostanziale immobilismo dell’Ente e di spreco di risorse, sembra venir bruscamente interrotta. Si apprendono i motivi di censura all’operato della direttrice Villani, motivi che avrebbero indotto il Presidente Pazienza a risolvere, come un fulmine a ciel sereno, il rapporto contrattuale. Come parlamentari del territorio, consapevoli dell’importanza strategica del Parco per il Gargano e per tutta la provincia, ci auguriamo che i motivi addotti abbiano reale fondamento e non siano, invece, figli di una volontà di conservare lo status quo, figli di un istinto refrattario ad ogni tentativo di cambiamento. In questo secondo caso ci adopereremmo in ogni modo affinche l’attività del Parco possa essere riportata nell’alveo della buona amministrazione e della legalità. Approfondiremo la questione come il caso merita”