“È di questi giorni la notizia della nomina della commissione di accesso agli atti per verificare eventuali infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione comunale di Bari, presieduta da Antonio Decaro, che dell’antimafia, dell’impegno quotidiano a combattere i clan del territorio, ne ha fatto una scelta di vita, rinunciando alla sua libertà, vivendo sotto scorta”. Lo riporta una nota del Pd di Cerignola, in questi giorni citato nelle cronache per l’arresto del consigliere comunale dem Cristiano Capolongo, sospeso dalla carica dal prefetto di Foggia.
“Una commissione invocata a gran voce da quegli stessi dirigenti della destra pugliese che cercavano accordi politici con il famoso avvocato Olivieri, al centro dell’inchiesta barese – continuano dal Pd cerignolano -; quegli stessi dirigenti di destra che oggi siedono nella Commissione Antimafia, quegli stessi dirigenti che hanno poi effettivamente candidato nel centrodestra la moglie di Olivieri, consigliera comunale ora indagata nell’inchiesta che ha travolto più di 150 persone. Stiamo parlando di Mauro D’Attis, attuale vicepresidente della commissione antimafia e segretario regionale di Forza Italia. Si tratta, quindi, dello stesso Mauro D’Attis che con la mano destra chiede lo scioglimento del Comune di Bari e con la mano sinistra, dall’oggi al domani, senza un congresso e senza discussione con gli iscritti, nomina Carlo Dercole segretario cittadino di Forza Italia: ex assessore allo Sport della giunta Metta e suo genero, il cui nome è scritto nel decreto di scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Cerignola, firmato dal Presidente della Repubblica”.
Poi il Pd conclude: “Ecco la destra. Ecco la destra autoritaria che, sconfitta alle elezioni, tanto a Bari come a Cerignola, fa un uso politico di uno strumento normativo fondamentale per la lotta alla criminalità organizzata, importante e delicato come quello della procedura per lo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose. Superando le regole e le procedure: basti pensare che la Commissione di Accesso agli atti a Bari non è stata chiesta dalla Prefettura di concerto con la Procura, ma è stata inviata direttamente dal Ministero degli Interni su richiesta di qualche parlamentare di destra. Se non è questo un atteggiamento autoritario, ci spieghi il buon senso cosa è”.