Nuove frizioni in casa Rotice. L’amministrazione comunale di Manfredonia vive giorni tumultuosi dopo le accuse su presunti conflitti di interesse all’interno della maggioranza di centrodestra. Sulla graticola il progetto di finanza della romana “Engie spa” per il servizio di energia e gestione integrata degli impianti termici e degli impianti di pubblica illuminazione. Sembrava tutto fatto e invece l’accapo è stato ritirato forse per disaccordi all’interno della stessa maggioranza. È stato Vincenzo Di Staso di Forza Italia ad “avanzare richiesta di ritiro del punto all’ordine del giorno”. Una richiesta formulata “per proseguire con accertamenti e verifiche anche alla luce delle ultime modifiche legislative in materia di appalti pubblici e per rendere il giudizio il più sereno possibile su un punto così importante”. Stiamo parlando di un progettone da oltre 30 milioni della durata di 20 anni. “È una delle operazioni più grosse! Noi dell’opposizione vogliamo capire i motivi!”, ha tuonato il consigliere d’opposizione Francesco Schiavone. Messo ai voti l’accapo è stato definitivamente ritirato. Durante queste fasi concitate il sindaco ha lasciato l’aula, ma forse meramente per ragioni personali. L’immagine non è passata inosservata.
Al momento resta il mistero sulle ragioni di quanto accaduto, ma stando a ciò che trapela l’operazione non sarebbe ritenuta conveniente dall’organo tecnico del Comune. Così come impostata potrebbe avere ripercussioni negative per la collettività. Criptico un post social di Michelangelo Basta, da sempre legato a Forza Italia e al neo parlamentare Giandiego Gatta oltre che padre del vicesindaco Giuseppe. “Qualcuno ha sbagliato i calcoli!”, ha scritto sui social.
In una nota la minoranza ha subito rincarato la dose: “Che i conflitti di interesse presenti all’interno della maggioranza di centrodestra al governo della città sarebbero esplosi in modo così evidente, noi ce lo aspettavamo sin dagli albori di questa consiliatura. Che queste partite di interesse si sarebbero giocate sulla pelle della nostra comunità invece, avevamo sperato si potesse evitare”.
L’opposizione parla di “maggioranza a pezzi, piegata dalle contraddizioni presenti al suo interno che per non andare in minoranza, ritira l’accapo riguardante un project financing sulla gestione della pubblica illuminazione e altri servizi (semafori, videosorveglianza, impianti termici etc…) e lo fa per bocca del capogruppo di Forza Italia, senza che l’assessore proponente o il sindaco sentano il bisogno di spiegarne i motivi”.
In aula anche il “caso Galantino”, la segretaria comunale dimissionaria per contrasti con lo staff di Rotice. “Presentata con enfasi dall’assessore Libero Palumbo certo che sarebbe bastata anche la sua collaborazione ‘partime’ per risolvere le tante questioni in sospeso così come affermato in un consiglio comunale di qualche mese fa, se ne va sbattendo la porta per un rapporto di fiducia con il sindaco venuto meno, per non meglio specificati motivi che nessuno ha sentito il bisogno in modo trasparente di spiegare alla città”.
Appalto dell’illuminazione e dimissioni della segretaria sarebbero soltanto la punta di un iceberg gigantesco nelle acque del golfo. Numerosi i casi scottanti e le opacità già evidenziate da l’Immediato nei mesi scorsi.
“Dopo una quantità invidiabile, per tempo dedicato, di selfie – continua l’opposizione -, dopo i siparietti anni ’50 con le giurie politiche ai concorsi di bellezza, dopo manifestazioni in piazze con iter autorizzativi errati o deficitari, dopo una serie di gaffe incredibili su parcheggi a pagamento e Tari, adesso i nodi di questa raffazzonata maggioranza vengono tutti al pettine. Troppo difficile mantenere certe promesse da campagna elettorale, troppo forte il peso del passato negli uomini e nelle donne che formano giunta e maggioranza di governo, troppo poca applicazione da parte di chi vive l’amministrazione come un hobby dando priorità al proprio lavoro e ai propri interessi”.
A parere della minoranza “le questioni gravi della città restano tutte irrisolte: aree industriali praticamente nello stesso stato in cui l’amministrazione Riccardi le lasciò ad aprile 2019, lo Stadio Miramare che nei toni trionfalistici di inizio stagione calcistica doveva essere pronto il 25 Settembre e che invece ancora oggi costringerà la squadra della città a disputare le gare casalinghe a Molfetta, la querelle sulle case popolari finita nel dimenticatoio, la città in uno stato di pulizia carente anche per le tensioni che questa maggioranza ha creato nei confronti di Ase S.P.A. e come se già questo non fosse abbastanza, vogliamo ricordare anche la totale assenza di assunzioni di personale e dirigenti nonostante gli annunci fatti anche in vari consigli comunali con qualche assessore totalmente ostaggio della propria boriosità”. (In alto, Rotice mentre lascia l’aula; nel riquadro, Michelangelo Basta)
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