Il sindaco Franco Landella in compagnia della consigliera comunale Liliana Iadarola e del pregiudicato Fabio Delli Carri. Insieme a loro anche il consigliere di Forza Italia, Consalvo Di Pasqua, la cognata di Landella, Michaela Di Donna ed altri due consiglieri di maggioranza, Pasquale Rignanese e Raffaele Di Mauro. Posano tutti sorridenti davanti ad uno stand allestito in piazza Giordano per una protesta contro il governo nel periodo pre Covid. Immagine mai così attuale come oggi, visto il rischio di scioglimento per mafia che aleggia su Palazzo di Città. La figura di Delli Carri, infatti, non sembra essere di poco conto alla luce del suo coinvolgimento nelle indagini sul bombarolo Antonio Rameta, giovane albanese condannato a 6 anni di carcere per gli attentati mafiosi al pub Poseidon e al centro diurno “Il Sorriso di Stefano”. Per i giudici, Rameta piazzò gli ordigni su ordine della “Società Foggiana”. Negli atti dell’inchiesta spuntò Delli Carri, già arrestato nel 2014 per il ‘racket delle mozzarelle’, in quanto accompagnò Rameta a casa, in piena notte, dopo l’esplosione al “Poseidon” di vicolo Ciancarella, nel cuore del centro storico della città.
Negli atti emersero numerose conversazioni intercettate tra il pregiudicato e la compagna Iadarola. L’uomo chiedeva alla rappresentante di Fratelli d’Italia (sospesa dal partito proprio per questa vicenda) di chiudere un occhio sulla videosorveglianza: “Puoi mettere di no alle telecamere?”, domandò commentando la bozza sulla sicurezza dell’Assessorato alla Legalità. “Hai voglia…”, la risposta di Iadarola.
La figura di Delli Carri sta dominando le cronache foggiane ormai da qualche settimana. Nelle carte dell’inchiesta, l’uomo comparve in compagnia di persone contigue alla “Società Foggiana” mentre mimava il saluto romano all’interno di un locale. Stesso gesto immortalato in un’altra foto accanto al consigliere comunale dimissionario, Bruno Longo. Secondo i ben informati, Delli Carri era una presenza piuttosto costante negli ambienti della politica cittadina.
Delli Carri e il bombarolo
“Delli Carri, nella notte del 12 novembre 2019 – scrissero i magistrati antimafia –, si adoperava per accompagnare, alcuni minuti dopo l’esplosione, con la propria autovettura, l’autore del reato in via Manzoni; tale circostanza, emergeva oltre che dalle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza acquisiti, anche dai tracciati del positioning della scatola nera installata all’interno della stessa autovettura. Il tracciato acquisito dalla pg direttamente dalla sede centrale della compagnia assicuratrice del veicolo in uso a Delli Carri Fabio, permetteva di riscontrare senza alcun dubbio, l’utilizzo da parte di Delli Carri Fabio della sua autovettura proprio negli orari e nelle vie riscontrate dalla disamina dei video, dopo l’esplosione dell’ordigno”.
Nei giorni successivi Delli Carri venne ascoltato dagli inquirenti ma, in prima battuta, negò tutto riferendo che quella notte non uscì dall’abitazione. Quando gli vennero contestati gli spostamenti dell’autovettura, documentati pure dal tracciamento elettronico della “scatola nera” dell’automezzo, cambiò versione diventando più collaborativo. Raccontò di avere ricevuto nottetempo la visita di un uomo conosciuto in carcere durante un periodo di detenzione, di cui ricordava solo il nome “Antonio”, che gli chiese di essere accompagnato in auto alla fine di via Manzoni. I riscontri successivi all’acquisizione della prova testimoniale consentirono di appurare i periodi di carcerazione dell’uomo e, attraverso essi, di individuare “Antonio”, cioè l’autore dell’attentato. Difatti, i due uomini avevano sofferto un contestuale periodo di detenzione presso la Casa Circondariale di Foggia tra il 2014 e 2015. “Non vi voglio dire il nome della persona – riferì Delli Carri durante un interrogatorio riportato nel decreto –. Questa è una persona che ho incontrato in carcere e mi ha aiutato mentre stavo recluso; questa persona ancora oggi la incontro. Quando lo incontro cerco di sdebitarmi dandogli vestiti o cose di cui ha bisogno”.
Il racket delle mozzarelle: per leggere clicca qui
(In alto, da sinistra, Delli Carri, Di Pasqua, Di Donna, Iadarola, Landella, Rignanese e Di Mauro)
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