“Intendo fare una precisazione in ordine al contenuto di alcuni articoli pubblicati sulla vostra testata e relativi alla conversazione intercorsa tra il sottoscritto e A.D.M., in cui si parla dell’aggressione verbale di Michele ‘U’ Cumparill’ nei confronti di Pasquale Ricucci“.
Inizia così la lettera a l’Immediato inviata da un manfredoniano, il cui soprannome è tirato in ballo in alcune intercettazioni presenti negli atti dell’inchiesta sulla strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017. Nelle conversazioni sono numerosi i riferimenti ai nuovi assetti criminali del Gargano. Magistrati antimafia e carabinieri indicano a più riprese alcuni personaggi di spicco dei due principali clan della mafia del promontorio, i montanari Li Bergolis-Miucci e i Lombardi-Ricucci-La Torre, attivi tra Manfredonia e Mattinata.
In una conversazione riportata in esclusiva da l’Immediato, con pubblicazione dell’audio, A.D.M., persona non coinvolta nelle indagini, riferiva al presunto basista della strage Giovanni Caterino, quest’ultimo ritenuto vicino ai montanari, alcune informazioni sulla fazione rivale.
Vicende che l’uomo avrebbe appreso da chi oggi precisa alla nostra testata quanto segue: “Ebbene, io sono colui a cui è attribuito il soprannome. Questo continuo riferimento alla mia persona ormai mi sta devastando l’anima. Rispetto il diritto di cronaca ma non esistono sentenze della magistratura che hanno stabilito che io abbia effettivamente detto quelle cose che A.D.M. asserisce di aver sentito da me. Quello che riferite non è altro che il contenuto di conversazioni intercettate tra il signor A.D.M. e il signor Caterino nell’ambito di un procedimento penale ancora in corso”.
Poi conclude: “Le forze di polizia non mi hanno mai chiesto chiarimenti su questa benedetta conversazione. Sono stato amico di A.D.M., non lo nego, ma ribadisco di non aver mai parlato con lui di questi argomenti. Le parole dette in quella conversazione, da voi pubblicata, non sono mai state dette da me”.
Ci si chiede come mai chi scrive non abbia reso dichiarazioni agli inquirenti per prendere subito le distanze da quella conversazione; perché lo fa solo adesso che è in corso il processo a Caterino? E perché non ha sporto denuncia per calunnia? Alla luce di queste rivelazioni, non si escludono approfondimenti da parte della procura.
Sta di fatto che l’intercettazione in questione è ritenuta molto preziosa dagli inquirenti in quanto coinvolgerebbe Michele Lombardi che Pasquale “Fic secc” Ricucci chiama “Cumparill”. Il 29enne Lombardi, figlio di Matteo “A’ Carpnese”, attualmente detenuto a Voghera e storico alleato proprio di “Fic secc”, avrebbe catechizzato Ricucci durante un’accesa discussione. “Va dicendo che fa il boss ma sotto a quello faceva la pecora”, le parole riferite da A.D.M. a Caterino.
Insomma, una conversazione che farebbe emergere lo spessore criminale di “Cumparill” all’interno delle dinamiche delinquenziali di Manfredonia. Inoltre, il giovane figura tra le persone sorprese dalla squadra mobile, lo scorso 14 aprile, nel covo dei latitanti ad Apricena, in compagnia dei presunti sodali Scirpoli e La Torre. Stando agli investigatori, quel blitz avrebbe interrotto un summit mafioso. Sempre Michele Lombardi compare nella lunga relazione di scioglimento per mafia del Comune di Manfredonia firmata dal prefetto di Foggia, Raffaele Grassi che lo indica in posizione egemone nel mondo della marineria sipontina.