La mafia di Manfredonia passerebbe anche dal settore ittico mercatale. Ne sono convinti i commissari che hanno sciolto l’ente comunale per infiltrazioni della criminalità. “Tra le ragioni che hanno portato al dissesto del mercato ittico ed alla successiva gestione ‘in house‘ da parte del Comune mediante la propria partecipata ASE s.p.a. – si legge nel lunghissimo documento prefettizio –, vi è il fatto che la maggior parte dei pescatori manfredoniani conferisca il pesce non già presso il mercato, bensì presso la ditta denominata ‘Marittica’, che – per altro – ha la propria sede proprio innanzi all’ingresso dell’area mercatale. Ebbene, tale ditta sembra riconducibile a Matteo e Michele Lombardi. Proprio Matteo Lombardi – continuano i commissari – è ritenuto esponente di vertice di associazione per delinquere di stampo mafioso operante in Manfredonia”.
L’uomo, conosciuto con il soprannome “A’ Carpnese”, è detenuto a Voghera con l’accusa di aver organizzato ed eseguito l’omicidio di Giuseppe Silvestri, alias “l’Apicanese”, ammazzato il 21 marzo 2017 a Monte Sant’Angelo. Per gli inquirenti sarebbe in ascesa, sotto il profilo criminale, anche il figlio Michele. Intanto, l’avvocato Pietro Schiavone, in qualità di legale di fiducia della “Marittica soc. coop. arl”, è intervenuto sulla questione attraverso una lettera inviata a l’Immediato.
La lettera dell’avvocato
“In relazione a quanto pubblicato ed estrapolato dal contenuto della relazione della Commissione di accesso al comune di Manfredonia, si precisa quanto segue. La soc. coop. Marittica è una società operativa dal 2017 ed è stata costituita (tra soci e lavoratori, prevalentemente da ex dipendenti della Markittica s.r.1., dichiarata fallita nel 2018) al solo fine di consentire a quest’ultimi di non perdere il lavoro. Tra i soci lavoratori risultava anche il Sig. Lombardi Michele – continua Schiavone –, licenziato da oltre due mesi e per cui è in corso un contenzioso legale (pertanto ad oggi non vi è alcun rapporto). Per quanto concerne la questione ‘del Mercato Ittico’ di Manfredonia, non corrisponde a vero la circostanza che la causa del dissesto sia dovuta alla circostanza che il pescato della flotta di Manfredonia viene conferito solo alla Marittica in quanto, su ben 250 pescherecci operanti, solo 8 motopescherecci conferiscono il pescato alla Marittica mentre i restanti forniscono il prodotto agli altri magazzini operanti nella città di Manfredonia, pari a 6-7 esercizi commerciali”. Secondo il legale, la società che difende si collocherebbe “all’ ultimo posto tra i vari esercenti commerciali operanti nel settore in relazione al prodotto conferito”.
Puntualizzazione finale sulla “mala gestio” del Mercato Ittico. Per Schiavone “non può farsi risalire al 2017, atteso che è risaputo da tutti che la gestione ‘fallimentare’ è risalente quantomeno a un decennio fa e che uno dei tanti motivi di tale dissesto era dovuto al fatto che solo pochissimi motopescherecci vendevano il proprio prodotto all’interno del mercato ittico”.
Tuttavia, la versione fornita dal legale non coincide con quanto riportato dalle carte della commissione che danno uno spaccato impietoso, e inquietante, sul mondo del commercio del pesce, infiltrato nel suo interno da ramificazioni criminali.
Società e personaggi sotto i riflettori dei commissari
La relazione di scioglimento del consiglio comunale ha passato in rassegna alcune criticità del settore pesca a Manfredonia, strettamente collegate alla presenza di personaggi ben noti alle forze dell’ordine. “Da non sottovalutare la figura di Sandro Luciano Colletta – si legge tra le pagine del documento -, un tempo socio del bar Frullati di Manfredonia, poi passato al settore ittico, prima con ‘Fish Project Farm scarl’ poi con ‘Marittica'”. L’uomo, 44 anni, “è stato fermato durante controlli del territorio in compagnia di Pietro La Torre”, detto ‘U’ Montanar’, attualmente latitante, ritenuto elemento di spicco del clan Lombardi-Ricucci-La Torre, alla stregua di Matteo e Michele Lombardi e di Pasquale Ricucci detto “Fic secc”.
Secondo i commissari, il 44enne Colletta è “persona contigua alla criminalità organizzata” e sarebbe un sottoposto di Michele Lombardi e Giuseppe Impagnatiello, il primo, come detto, riconducibile a ‘Marittica’, il secondo legale rappresentante della ‘G.L.Itticoltura’. Impagnatiello, riporta la relazione, ha inoltre “numerose partecipazioni societarie”.
“Sul conto di Impagnatiello – si legge ancora –, in SDI risultano una serie di precedenti per furto e ricettazione, nonché una lunga serie di controlli del territorio con soggetti controindicati. Tra questi Domenico Nobile, Michele Cotrufo, Luigi Manzella e il già citato Michele Lombardi“.
Nel capitolo dedicato alle infiltrazioni nella pesca, i commissari sono un fiume in piena: “Impagnatiello – scrivono – è stato socio della società ‘I.G. Impianti s.r.l.’, unitamente a Nicola Rignanese, con precedenti per traffico di droga (come risulta in SDI). Nella società ‘G.L. Itticoltura’ figura anche Michele Gelsomino, che, pur esente da precedenti, ha una lunga serie di controlli del territorio con soggetti controindicati, quali Catello Lista, Pietro Tomaiuolo, Luigi Manzella, Domenico Nobile, Michele Cotrufo, Luigi Bottalico e altri. Si sottolinea che, come risulta dalle Banche Dati, i precedenti dei soggetti menzionati sono di particolare gravità e ricomprendono, in alcuni casi, anche l’associazione per delinquere, il porto abusivo di armi, l’estorsione e le violazioni in materia di stupefacenti”.
Altri elementi degni di nota sono emersi sulla società concessionaria “Puglia Marine Service s.r.l.”. “Tra i suoi fondatori ritroviamo Pasquale Fatigato – scrivono i commissari -. Oggi ne fanno parte i già citati Michele Gelsomino, Rafaela D’Ambrosio e Sergio Nobile, figlio di Domenico (quest’ultimo con precedenti molto datati per estorsione ed associazione per delinquere). Tra i dipendenti dell’anno 2018 della ‘Puglia Marine Service’ figurano Giuseppe Impagnatiello, Pasquale Fatigato e altri”.
Scrivono i commissari che la società cooperativa “Puglia Marine Service” sarebbe “strumentale alle attività della criminalità organizzata”. Fattore che “sembrerebbe confermato, oltre che dalla rapida successione dei suoi amministratori, pure dalla lista dei lavoratori dell’anno 2018. In buona sostanza, ciò che emerge in modo sufficientemente chiaro dall’analisi delle concessioni demaniali marittime del litorale manfredoniano è come le stesse siano oggetto degli interessi dei gruppi criminali di questo territorio, i quali – per inquinare l’economia legale – si servono, in taluni casi, di ‘prestanome’”. (In alto, a sinistra, il prefetto di Foggia, Raffaele Grassi e il commissario di Manfredonia, Vittorio Piscitelli; a destra, in alto, Matteo Lombardi, Pasquale Ricucci e Pietro La Torre; sotto, l’avvocato Pietro Schiavone)