“O abbiamo un nome di conclamata leadership da contrapporre o sennò il meccanismo è balordo, non prevede i sindaci. O abbiamo Padre Pio e chi può dire no a Padre Pio oppure non ci sono condizioni per dire no”, ha detto il governatore Michele Emiliano con una battuta quasi alla fine dell’incontro con i sindaci del Gargano sulla ormai vecchissima storia della nomina del Parco del Gargano.
“Decideremo insieme al presidente Michele Emiliano”. È quanto dichiara il più giovane degli eletti sindaci Michele Crisetti di San Giovanni Rotondo.
Prima dell’incontro i sindaci del Gargano, che sulla questione presidenza del Parco si sono sentiti esclusi, erano unanimi.
Tutti presenti all’incontro del Genio Civile, assente solo Carmine D’Anelli, primo cittadino di Rodi. Gli indirizzi sono stati sovvertiti. Un compromesso minimo va fatto. “Possiamo ingoiare il compromesso fatto dal Governo oppure no?” Queste la parole di Emiliano in riunione.
Costantino Ciavarella sindaco di San Nicandro è schietto a l’Immediato: “Io non lo conosco Pasquale Pazienza (il nome proposto dal ministro Costa, ndr). Lo ricordo come assessore di Pepe. Non lo conosco direttamente ma per degli atti, è una persona preparata, il discorso è il metodo. I sindaci del Gargano avevano proposto una terna, perché il Ministero l’ha bocciata? Non puoi obbligarmi ad un nome, devi discuterne col territorio. Devi avere la bontà di discuterne”.
“Sono qui per ascoltare, proporrò la mia candidatura”, taglia corto Franco Tavaglione di Peschici.
Nell’esordio il governatore è apparso conciliante su Pasquale Pazienza accanto a Rocco Di Brina presidente della Comunità del Parco e all’assessore regionale al Bilancio Raffaele Piemontese.
“Non possiamo dire che non siamo stati consultati perché sono due anni che ragioniamo su questa cosa, al ministro possiamo rispondere anche no. O c’è un elemento forte contro oppure faccio fatica a scartarlo. L’assenza di un profilo politico era una condizione importante per la nomina. Se diciamo no a questo dobbiamo aspettare un altro nome. Prima che il presidente della Repubblica ci dia un aut aut dobbiamo trovare un’intesa, non si può andare avanti all’infinito”.
“Siamo condannati ad un ruolo marginale come sindaci”, ha detto Di Brina. “La scelta di eliminarci è precisa”, rimarca il primo cittadino di Carpino.
“Se il territorio ti dà una indicazione non si può derubricare la terna senza motivo. Questo territorio si può riunire ed indicare una nuova terna. Perché i nomi indicati dal territorio sono capre? Quello del ministro può essere un caprone. Consultarci era la cosa più giusta per un territorio. Nulla contro Pazienza, la pazienza è anche tanta, rischiamo di avere un Pazienza (Gianfranco) anche alla direzione”, è il commento del sindaco di Vico Michele Sementino.
A sostegno del prof Pazienza il discorso dell’assessore regionale Piemontese. “Siamo in condizione di proporre un nome con tre lauree e che parla 3 lingue? Siamo in grado di dire no motivando il nostro no? Dobbiamo dire anche qualcosa, dire che il territorio non è stato consultato è troppo poco. Dal mio punto di vista dobbiamo fornire elementi in più, dare una griglia”.
“Il metodo è sbagliato, io con questo presidente ci devo lavorare tutti i giorni e non mi può essere imposto”, aggiunge il sindaco di Monte Sant’Angelo Pierpaolo d’Arienzo.
“Non vi chiedo di condividere il Si, ma se si dice No deve essere unanime. La cosa che mi preoccupa è che il profilo del prof Pazienza è di spessore, se nessuno di voi ha nulla da dire contro la persona è difficile bocciarlo”, ha ribattuto Emiliano.
“Il Governo ci ha messo due anni, ci desse il diniego per Maggiano“. “Il Ministro non ha dato nessun diniego”.
Empasse nella riunione con Raffaele Piemontese tra i più strenui difensori del nome proposto dalla Lega e su cui ha trovato convergenza il M5S.
Il prof Pazienza, originario di San Giovanni Rotondo, stando alle indiscrezioni sarebbe piuttosto vicino al premier Conte.