Almeno 5 mila persone, molte scolaresche provenienti da tutta la Puglia, hanno sfilato in corteo per le principali vie di Manfredonia per dire no alla mafia. L’iniziativa è stata organizzata dal coordinamento provinciale di Libera in collaborazione con l’Arcidiocesi del Gargano.
“A Manfredonia – ha spiegato la coordinatrice di Libera Foggia, Federica Bianchi – perché è una terra che ha bisogno di essere raccontata. Una terra bellissima schiacciata dalla presenza di una mafia violenta e ben radicata. Nell’inchiesta denominata ‘Omnia nostra’ emerge una mafia che è stata capace di fare il salto di qualità, associando al modello più arcaico di mafia ‘militare’ quello più moderno di mafia degli affari. Un salto che le ha permesso di penetrare con maggiore capacità in alcuni settori economici del Gargano quali, ad esempio, la pesca e l’agricoltura, finendo per controllare l’intero commercio ittico della zona”. In testa al corteo don Luigi Ciotti, presidente di Libera, e padre Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.
“Manfredonia – ha detto Moscone – va liberata da tutto ciò che è mal governo, oppressione, omertà. Una città che va liberata per dare fiato alla popolazione e alla vita civile”. L’era del sindaco Rotice terminata prima del previsto? “Un tentativo durato nemmeno due anni. È stata la stessa maggioranza a scrivere la fine dell’amministrazione. A Manfredonia c’è bisogno di gruppi coesi, altrimenti se continuano a litigare tra di loro la città non crescerà mai”.
Ciotti sorpreso dalla numerosa partecipazione aggiunge: “La politica deve fare di più in questo territorio, ma anche i cittadini non possono restare sempre in silenzio, si devono assumere le proprie responsabilità. Manfredonia viene da un brutto periodo, deve reagire, non basta la Chiesa e il mondo dei ragazzi. Dobbiamo essere tutti uniti per combattere la mafia, ma attenzione: l’ultima mafia è sempre la penultima”.