A diciotto giorni dalla elezione al primo turno della neo sindaca di Foggia Maria Aida Episcpo e dal grande successo del laboratorio politico foggiano del campo largo progressista, emergono le prime crepe nell’ampia coalizione.
L’empasse della nomina dell’esecutivo, con le varie tessere che non si incastrano perfettamente e i nomi “di alto profilo” ma anche gli eletti più barricaderi e simbolici che rifiutano gli incarichi, insieme alla voglia di qualcuno di bloccare alcuni ingressi in aula, sta causando sospetti e malumori.
Non è un caso che il centrodestra dopo la batosta elettorale cominci a sussurrare più di una critica e a organizzare l’opposizione, che potrebbe avere vita facile, se davvero le ostruzioni saranno più interne che esterne.
Sulla stabilizzazione dei 21 vigili urbani non è intervenuto soltanto l’ex candidato sindaco Raffaele Di Mauro. Il tema è molto caldo. Chi proviene dalla destra sa che quel comparto è assai delicato. Con i commissari si è attinto da graduatorie di altri enti, come si sa, anche per la polizia municipale. Molti dei nuovi assunti sono di San Severo, Vieste e Orta Nova. Non manca giorno, come rimarcano dal centrodestra, che qualcuno di loro non venga a Foggia. Per un motivo o per l’altro. Il tasso di assenteismo al Comando sarebbe molto aumentato con la forza lavoro fuori sede.
Amorese: “Polizia Locale va potenziata attraverso una procedura pubblica”
“La vera svolta dovrà essere rappresentata dal potenziamento della polizia locale attraverso una procedura pubblica di assunzione di un cospicuo contingente di vigili urbani dove anche i ‘foggiani’ potranno partecipare invece che attingere da graduatorie di altri comuni. Sarà interessante conoscere le strategie della nuova amministrazione per far fronte a tutte le difficoltà in termini di abusivismo commerciale, ambientale, edilizio, stradale. Saremo attenti e vigili”, ha osservato sui social il consigliere comunale Claudio Amorese. In tanti sperano nell’inesperienza. “Nella maggioranza ci sono troppi volti nuovi, senza nessuna esperienza amministrativa e anche il sindaco non conosce le materie del Tuel. L’aula sarà una polveriera”, è la profezia di un decano della minoranza.
Intanto cresce l’insoddisfazione nel campo largo progressista, soprattutto tra coloro che con i loro consensi hanno ingrossato le liste civiche e la percentuale totale della coalizione.
“Quando si evidenzia che la Giunta debba essere di alto profilo si fa un torto a quanti hanno raccolto i voti. I consiglieri e i non eletti sono forse persone di poco valore? Eravamo buoni solo prima del voto?”, sono le domande piccate dell’ex consigliere regionale Pino Lonigro, quinto nella lista Azione Tempi Nuovi e secondo dei non eletti.
Nessuno dei tre consiglieri calendiani parrebbe interessato a ricoprire il ruolo assessorile, neppure il primo Paolo Frattulino, che avrebbe il favore della sindaca. Molti inoltre non vedono di buon occhio l’idea che la sindaca possa trattenere a sé la delega della Cultura, lasciando quindi la vera leva amministrativa nelle mani del dirigente, che potrebbe essere nuovamente Carlo Dicesare.
Duro Lonigro: “La prima cittadina ha dimostrato di aver in parte mentito alla coalizione”
“In questa fase è mancato il dialogo con le forze politiche – continua il leader di Socialismo Dauno -. La prima cittadina ha dimostrato di aver in parte mentito alla coalizione. La sua appartenenza doveva essere dei cinque stelle e invece adesso si dichiara indipendente, con la pretesa di avere tre assessorati di sua nomina. Eppure la sua lista non ha trainato. Il suo nome non ha trainato, se ha vinto è per le liste, è il campo largo che ha vinto, con una affermazione decisiva delle due civiche, Con e Tempi Nuovi. Era per questo che speravo in un’altra sintesi”.