È un’omelia tutta al positivo, senza invettive, carica della tenerezza che gli è consueta quella che monsignor Vincenzo Pelvi celebra in una cattedrale ricolma di istituzioni e di candidati al prossimo consiglio comunale per Franca Marasco, la tabaccaia uccisa nel suo primo giorno di ritorno al lavoro dopo le ferie. La sua etica del lavoro è segno di una Foggia che resiste alla criminalità e alla violenza.
Pelvi dedica parole di riscossa alla città, per lui “sveglia di amore” e di persone che compiono il bene ma che “non fanno pubblicità”.
“Il bene è più forte del male e fa parlare. Foggia è una madre che partorisce ancora. La parte sana della città è più grande. Di fronte a Franca ciascuno deve sentirsi in dovere di migliorare se stesso. Noi siamo attori e il nostro comportamento così vivo ha un influsso generativo sugli altri. Franca sei stata generosa, sei stata buona e mite. Fedele agli insegnamenti dei tuoi genitori. Hai scelto l’operosità non la pigrizia, hai sempre amato e gioito. Resta vicino a questa città. Sai chi ti ha ucciso, sai che chi ti ha ucciso ha un pizzico di amore. L’esistenza del tuo esempio possa annullare le angosce e attutire il dolore. Il tempo non attutirà il dolore della tua assenza. Foggia è piena di miracoli, vedrai Franca ce la faremo e ci ritroveremo abbracciati e sarà solo amore. Oggi è una festa particolare, il giorno di San Michele, chiediamo a lui la costanza nell’avvicinarsi agli altri, nell’ascoltarci. Abbiamo bisogno di punti di contatto, di incoraggiamento. Possiamo vivere meglio di altrove molto di più di quanto possiamo rendercene conto. Franca ci dice: siate custodi degli altri, siate custodi della bontà e vedrete meraviglie”.
Il vescovo ha concluso la sua omelia con la preghiera scritta per Franca. “L’illegalità non può essere più forte della giustizia. Aiutaci a vivere il buio del presente non come un gioco ma come un’ora che risveglia e illumina il sentiero dell’onestà. Padre ama Foggia come Ninive. Figlio ama Foggia come Gerusalemme. Spirito ama Foggia perché la vocazione di questa città è l’ospitalità. Creiamo più silenzio e forse un po’ di luce e di speranza tornerà”.
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