“Non ho pestato a sangue Domenico Manzella. Con lui non ho niente a che fare”. Michele Fatone, 63enne di Manfredonia detto “Racastill”, continua a negare ogni addebito nonostante le intercettazioni auto-accusatorie comparse nell’inchiesta “Giù le mani”. L’uomo, sentito in tribunale come teste e parte offesa in un processo contro l’Immediato, non ha mostrato alcun segno di pentimento riguardo alle violenze contro il collega dell’azienda Ase, Domenico Manzella.
Oggetto della contesa un articolo della testata che diede notizia, nel 2022, della denuncia presentata proprio da Manzella, dipendente dell’azienda servizi ecologici di Manfredonia, contro Michele Fatone e suo figlio Raffaele, accusati di averlo aggredito e picchiato dopo il suo rifiuto di cambiare un turno a Fatone junior. Per questa e altre vicende, padre e figlio sono stati arrestati lo scorso 9 marzo nell’operazione “Giù le mani” della Procura di Foggia guidata da Ludovico Vaccaro e della Guardia di Finanza.
Michele “Racastill” è tuttora in carcere e nelle scorse ore è stato trasportato in manette dal penitenziario di Foggia al tribunale, scortato dalle guardie penitenziarie. Raffaele si trova invece ai domiciliari e pochi giorni fa è stato licenziato proprio per i fatti oggetto dell’articolo de l’Immediato e dell’indagine “Giù le mani”. Inoltre, la commissaria prefettizia di Manfredonia, Rachele Grandolfo ha mandato a casa l’intero cda di Ase per gravi omissioni e inadempienze citando, tra le motivazioni, anche le vicende relative ai Fatone.
Pressioni e violenze sui colleghi
Nelle carte dell’inchiesta dei finanzieri spuntarono le ammissioni rispetto all’aggressione a Manzella: “Gli abbiamo rotto il muso”, le parole di Michele Fatone. Poi lui e il figlio incontrarono un altro dipendente “al quale – riporta l’ordinanza di “Giù le mani” – riferivano di aver aggredito Manzella e confidavano i dettagli dell’aggressione; inoltre i due manifestavano la volontà di voler acquisire informazioni tramite un familiare, dipendente della Sanitaservice, in merito all’accesso di Manzella al pronto soccorso, valutando l’opportunità di far minacciare la vittima da qualcuno affinché non sporgesse querela”.
Michele Fatone è accusato di peculato, estorsione, concussione, lesioni personali gravi, violenza privata e minacce; Raffaele è finito ai domiciliari per lesioni personali gravi, in concorso con il padre.
L’impianto accusatorio è rafforzato dalle testimonianze di alcuni dipendenti, Manzella infatti non sarebbe l’unica vittima. “lo sono stato costretto da Michele Fatone ad effettuare, dal 2015 fino al 2021 compreso, i trattamenti di disinfestazione, diserbo chimico e meccanico presso la sua campagna – ha spiegato uno dei dipendenti -. Mi diceva: ‘Oggi devi andare a fare lavori alla mia campagna’, ed io non sentivo di potermi rifiutare”. Gli interventi sarebbero stati effettuati usando mezzi e veicoli dell’azienda Ase, municipalizzata del Comune di Manfredonia.
“Tale situazione – si legge ancora nell’ordinanza della gip – era legata al fatto che da quando Michele Fatone è diventato unico coordinatore all’interno dell’azienda, ha progressivamente preso potere ed assunto credito agli occhi dei dirigenti“. In buona sostanza ha persino scalato gerarchie nonostante fosse citato nella relazione di scioglimento per mafia del Comune di Manfredonia nel 2019.
“Incuteva terrore – la testimonianza di un lavoratore -, perché sono a conoscenza di diversi episodi di minacce e atteggiamenti violenti, che denotavano l’aggressività del soggetto perpetrati nei confronti di alcuni dipendenti dell’Ase Spa”. Second un dipendente “il vero nome dell’Ase Spa è AFE Spa, Azienda Fatone Ecologica, questo per rappresentarvi il potere di Michele Fatone, in definitiva l’azienda era la sua“.
La politica e i precedenti
Sempre nell’udienza di oggi, Fatone ha negato contatti con il Comune di Manfredonia, ma in “Giù le mani” emergono vari incontri con personaggi della politica sipontina e dell’ex amministrazione. Infine, ha dichiarato di non avere alcun precedente penale mentre il suo casellario giudiziario dice altro.