Vacilla la giunta di Gianni Rotice a Manfredonia. Dissidi interni all’amministrazione comunale potrebbero mettere fine, prima del previsto, alla disastrosa esperienza del sindaco-imprenditore.
Ricordiamo che Rotice, bersagliato dalla minoranza per i suoi conflitti d’interesse, è tuttora titolare di una villa abusiva a Siponto ed è anche il compagno di Libera Scirpoli, sorella di Francesco “Il lungo”, uno dei boss del Gargano più pericolosi. Una situazione poco edificante in un Comune sciolto per mafia nel 2019.
Intanto, all’indomani di un incontro tenutosi alla presenza dei capigruppo di maggioranza, le forze politiche avrebbero chiesto al sindaco l’azzeramento della giunta, tranne che per Forza Italia, partito “tradito” dallo stesso Rotice alle scorse elezioni provinciali. Il sindaco decise di sostenere il candidato leghista, una scelta che regalò la vittoria al centrosinistra.
Ma in riva al golfo, Forza Italia avrebbe ancora un peso rilevante. Infatti, nonostante a livello nazionale sia il partito più debole della coalizione di centrodestra, a Manfredonia continua a gestire il potere e avrebbe ribadito l’intoccabilità dei suoi assessori Giuseppe Basta e Antonio Vitulano, condividendo per il resto una rivisitazione della giunta.
Rotice avrebbe preso qualche giorno di tempo, ma sarebbe già deciso a revocare le deleghe di Libero Palumbo e Antonella Lauriola. I capigruppo su questi nominativi sarebbero concordi circa la poca produttività e la loro incapacità amministrativa. In discussione anche l’assessora Anna Trotta con delega all’urbanistica, impalpabile per un anno e mezzo. Il sindaco, però, nonostante qualche insoddisfazione dovrebbe confermarla.
In caso di rimpasto, sarà dura rintracciare nuovi profili viste le recenti difficoltà a trovare un assessore per i Lavori Pubblici dopo l’allontanamento di Angelo Salvemini e le dimissioni di Lucia Trigiani. Il suggerimento sarebbe quello di scorrere tra i candidati non eletti delle varie liste a supporto del primo cittadino.
Rotice sarebbe stato sollecitato a revocare le deleghe prima che parta per le vacanze. In caso contrario, l’amministrazione potrebbe entrare in profonda crisi.
E l’onorevole Giandiego Gatta? Fu lui a sostenere Rotice ma, al momento, non sarebbe del tutto soddisfatto del lavoro della giunta e, forse, non si straccerebbe le vesti per un’eventuale caduta del sindaco, soprattutto dopo il “tradimento” delle provinciali.
Una parentesi a parte merita il giovane assessore Antonio Vitulano, divenuto famoso dopo il caso di “Miss Forza Italia”. Vitulano sarebbe intenzionato a lasciare la delega, ma il sindaco non vorrebbe rinunciare alla famiglia Vitulano e alla loro forza economica, visti i tanti ed innumerevoli contributi che stanno versando per lo sport e per alcune manifestazioni. Anche qui la ratio del sindaco sarebbe: teniamoci chi, anche se incapace di amministrare, ci aiuta sotto altri aspetti.
Infine, pare che ci siano frizioni tra Rotice e Michelangelo Basta, il potente papà del vicesindaco Giuseppe, giovanissimo amministratore con varie deleghe in città e un genitore forse troppo ingombrante.