Le ville abusive di Siponto sotto la lente d’ingrandimento dello Stato. Dopo l’interrogazione della consigliera comunale di opposizione, Maria Teresa Valente che ha evidenziato i conflitti d’interesse del sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, c’è la presa di posizione del prefetto Maurizio Valiante.
Ma andiamo per gradi: è ormai noto che a Siponto è presente un polder di proprietà di Rotice completamente abusivo, posizionato in un’area sottoposta a vincoli culturali e paesaggistici. La struttura, un tempo del Consorzio di Bonifica, è stata modificata e ampliata nonostante una vecchia diffida a demolire, come evidenziato nel 2018 finanche dal dirigente comunale Antonicelli. Inoltre, Rotice non è tra gli ereIl prefetto ha inoltre inviato alla Procura della Repubblica di Foggia, ai fini delle necessarie verifiche, gli elenchi delle posizioni di abusivismo ricadenti nell’area di Sipontodi del Consorzio, gli unici ai quali possano essere trasferiti gli immobili.
Nonostante tutto questo, l’attuale sindaco – che è anche ingegnere ed imprenditore edile – avanzò richiesta di legittimazione nell’estate del 2018 attraverso suo nipote Michele Prencipe. Una sorta di tentativo di far “sanare” l’immobile dalla Regione Puglia, un ente che mai potrà legittimare opere abusive. Eppure Rotice manda avanti questa favoletta da settimane, spiegando di essere ancora in attesa di risposta da ormai 5 anni.
E veniamo ad oggi: nelle scorse ore la Prefettura di Foggia ha inviato una nota al segretario generale del Comune di Manfredonia e alla presidente del Consiglio con richiesta di relazionare in merito al polder di Siponto. Rivolgendosi, in pratica, a chi ha un incarico di fiducia da parte del sindaco stesso ed è espressione della maggioranza. Singolare visto che in passato la Prefettura è intervenuta molto più duramente, anche con le ruspe, per rimuovere gli immobili abusivi in riva al golfo.

Il prefetto ha inoltre inviato alla Procura della Repubblica di Foggia, ai fini delle necessarie verifiche, gli elenchi delle posizioni di abusivismo ricadenti nell’area di Siponto. Perché questo iter? La procura – diretta dal 2017 da Ludovico Vaccaro – è ben a conoscenza della situazione, tra l’altro finita nella relazione di scioglimento per mafia del Comune di Manfredonia nel 2019. E ci sono già degli specifici ordini di demolizione che andrebbero solo eseguiti. Ricordiamo che per un’altra villa abusiva di Siponto, un’assessora – che non era nemmeno proprietaria ma solo residente – si è dovuta dimettere.
C’è poi da valutare la posizione della professionista Elisabetta Santoro, moglie di Prencipe (il nipote del sindaco), incaricata dal Comune, lo scorso 30 dicembre, di seguire la pratica relativa alla legittimazione dei polder di Siponto. Tre mesi dopo, Santoro ha comunicato di astenersi dal valutare la pratica di Rotice proprio per via della parentela. Su questo, la consigliera Valente ha dichiarato: “La decisione non smorza il potenziale conflitto d’interessi. È ragionevole supporre che le decisioni prese dalla moglie del nipote di Rotice per le altre 34 pratiche potrebbero influenzare la valutazione della pratica del sindaco, così come la presenza della pratica del sindaco potrebbe influire sulle decisioni relative alle altre 34 pratiche”.
Ma il conflitto d’interessi è solo l’ultima delle questioni: a Siponto ci sono una serie di ville abusive sulle quali gravano diffide a demolire. Cosa si aspetta per intervenire? Quando si darà un segnale forte e legalitario in una terra martoriata per anni dalla mafia? (In alto, la villa abusiva del sindaco; a sinistra, Rotice; a destra, Vaccaro; sotto, Valiante)
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