Una corona di fiori è stata posizionata al mercato Rosati di Foggia per ricordare Agostino Corvino, il fruttivendolo ucciso ieri sera in viale Giotto mentre festeggiava 50 anni insieme alla moglie. L’uomo, pregiudicato, nipote del boss Tolonese, era un volto noto della criminalità organizzata locale ma era conosciuto anche per la sua attività mercatale. Al Rosati possedeva una baracca.
“L’omaggio” in strada ad un affiliato alla mafia deceduto non rappresenta una novità in città. Lo scorso anno comparvero manifesti e striscioni in via La Malfa per ricordare Alessandro Lanza detto “Bussolotto”, membro della batteria Sinesi-Francavilla trovato morto nel carcere di Foggia. Sul posto dovettero intervenire Polizia Locale e Polizia di Stato per rimuovere il tutto.
Nel frattempo, in queste ore, la Polizia di Stato sta indagando alacremente per dare un volto al killer del 50enne. Sono state eseguite varie perquisizioni e 5 stub su altrettanti pregiudicati. L’assassino avrebbe agito da solo, con volto coperto da casco integrale.
Lungo il “curriculum” criminale della vittima: tra le vicende più rilevanti spicca l’operazione “Corona” del 2013 quando l’uomo venne arrestato per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, ricettazioni, spaccio di stupefacenti e sequestro di persona. Qualche anno dopo venne condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione.
Fu travolto anche dal blitz “Hurt Locker”, scaturito da alcuni episodi dinamitardi in città, ma venne assolto. Nel 2018, invece, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia gli sequestrarono beni del valore stimato in circa 500mila euro ritenuti sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati. Corvino era titolare di una licenza di commerciante ambulante di prodotti ortofrutticoli, ma il tenore di vita del nucleo familiare fu ritenuto fuori portata per la sua attività lavorativa.
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