Mentre l’opinione pubblica si interroga sull’obiettività dei militari della Capitaneria di Porto di Manfredonia e Vieste, le intercettazioni dell’ordinanza “Nettuno” (93 pagine firmate dal gip di Foggia, Dello Iacovo) descrivono il sistema illecito scoperchiato dalla procura. Proprio in queste ore i magistrati foggiani hanno presentato ricorso in appello per chiedere un aggravamento delle misure cautelari. Ai domiciliari sono finiti Michele Sassanelli e Luigi Maiolo mentre interdizione per un anno a carico di Antonio D’Errico e Cosimo Napolitano.
La Procura di Foggia aveva chiesto il carcere per Sassanelli e Maiolo e gli arresti domiciliari per Antonio D’Errico, Cosimo Marco Romano, Francesco Scognamiglio, Marco Catella, Cosimo Napolitano, Michele Grieco e Maria Binetti. Inoltre i pm puntavano all’interdizione per un anno dai pubblici uffici nei confronti di Matteo Del Vecchio, Luca Bitondi, Raffaelle Amoruso, Matteo Castigliego, Roberto Colucciello, Tommaso Antonio Panessa e Francesco Paolo Miucci. Infine, avevano chiesto l’obbligo di dimora per l’avvocato di Foggia, Francesca Rondinone. Il giudice, pur sposando l’impianto accusatorio, ha optato per misure meno afflittive ma il ricorso in atto potrebbe riservare ribaltoni.
Dalle carte emerge un sistema collaudato disposto da alcuni militari per il “confezionamento ‘a tavolino’ di falsi verbali”, scrivono i giudici. Maiolo coordinava le attività illecite via chat, garantendo il rilascio dei bollini blu tramite Whatsapp, senza alcun controllo alle imbarcazioni e rivelando segreti d’ufficio per permettere a suoi conoscenti di aggirare i controlli della Guardia Costiera. Così parlava il militare al proprietario di un natante: “Va bene… tu cerca di farmi avere questi documenti originali, fotocopia anche oggi pomeriggio, cartacei insomma, che vanno allegati alla pratica”. V.: “Quindi non c’è bisogno che ti mando su whatsapp tutte le foto”. E Maiolo: “Puoi anche anticiparmele, si. Puoi anche anticiparmi su whatsapp”.
Questa invece l’intercettazione tra il militare e l’avvocato Francesca Rondinone.
Rondinone: “Vedo che non stanno neanche uscendo molto, anzi non stanno uscendo proprio (si riferisce ai mezzi nautici della Guardia Costiera, ndr)
Maiolo: “No, adesso hanno avuto disposizioni che devono uscire tutti i giorni, altro ché!”
Rondinone: “E quindi mo escono! E io sto senza bollino…”
Maiolo: “Senti, se ti fermano dici che sei mia amica, che ti devo dì… in attesa del bollino, e che ti devo dì…”
Rondinone: “Sono tua amica in attesa del bollino; dai Lù, fai il serio… non c’è nessuno che da Manfredonia viene a Vieste no? Io lo dico perchè può essere, insomma, non è che sto dicendo delle cose così, può essere che ci sta qualcuno che semmai deve venire”.
Maiolo: “E vediamo se… domani dopodomani te lo faccio venire tramite qualcuno dai […] te lo faccio arrivare tramite un collega che sta lì”.
Per i magistrati “nessun dubbio sui gravi indizi di colpevolezza a carico di Maiolo e Rondinone”; il militare è ritenuto “costante e affidabile punto di riferimento della seconda nei contatti telefonici finalizzati alla programmazione e al confezionamento di falsi verbali”.
Per Maiolo c’è anche l’accusa di aver rivelato segreti d’ufficio “rendendo edotta la Rondinone in ordine al fatto che gommoni appartenenti alla Guardia Costiera avevano avuto disposizione di uscite e controlli quotidiani”.
“Nel caso della Rondinone (unico privato correo delle ‘divise’ – nel filone dei ‘bollini’ – per cui il pm ha inteso chiedere l’applicazione di una misura cautelare) l’organo requirente – si legge nell’ordinanza – ha valorizzato una serie di captazioni che dimostrerebbero la di lei attivazione per far avere in tempi più rapidi ad un amico di Maiolo il rinnovo della patente nautica: si tratta, però, di comportamento ascrivibile nella categoria del malcostume, ma non dell’illecito penale (tant’è che nella stessa richiesta si dà atto del mancato raggiungimento della prova di un sinallagma corruttivo), sicché è improprio valorizzare nell’economia dell’apprezzamento di un possibile rischio di ricaduta criminosa”.
Sempre Maiolo rivelò a Mauro Maiolo (comandante del peschereccio ‘Angelo e Antonietta’), “violando i doveri inerenti alle proprie funzioni e al servizio svolto”, notizie di ufficio che dovevano rimanere segrete. In pratica avvisò che ci sarebbero stati controlli da parte dei militari della Capitaneria.
Luigi Maiolo: “Non c’è nulla, per il momento non c’è nulla”
Mauro Maiolo: “Va bò jè. Io volevo andare stanotte verso le quattro, le cinque per evitare imprevisti… capito?”
Luigi Maiolo: “E imprevisti non ce ne sono attualmente”
Mauro Maiolo: “Ma la notte non camminano no? La notte dormono?”
Luigi Maiolo: “no, no, no, no… anche domani non c’è nulla”.