Non solo “bollini blu” concessi a cuor leggero ma anche analisi del sangue alterate e rivelazione di segreti d’ufficio, queste le altre irregolarità scoperte dalla procura di Foggia nell’operazione “Nettuno”. Oltre al rilascio dell’adesivo che consentiva ai proprietari di imbarcazioni di poter navigare senza alcun controllo, bypassando il Regolamento sulla nautica da diporto, i militari coinvolti nel blitz avrebbero compiuto gravi illeciti per favorire se stessi o persone a loro vicine.
Nel sistema scoperchiato dai magistrati spuntano una lunga serie di favori tra uomini della Capitaneria di Porto di Manfredonia, avvocati e medici (professionisti proprietari di barche e gommoni) nel falsificare documenti e certificati ma anche soffiate su informazioni coperte da segreto.
Come nel caso di Roberto Colucciello, 45enne di Manfredonia, finito nella lista dei 23 indagati. Il militare, capo servizio operativo e capo sezione polizia marittima della Capitaneria di Porto di Manfredonia (e, quindi, di pubblico ufficiale), “violando i doveri inerenti alle proprie funzioni e al servizio svolto – si legge nelle carte giudiziarie – rivelò al legale rappresentanti della ditta ‘Martello Mare snc’, società esercente attività di vendita all’ingrosso di prodotti ittici e armatrice di venti pescherecci, notizie di ufficio che dovevano rimanere segrete; in particolare – continuano gli inquirenti – Colucciello, nell’esercizio delle proprie funzioni, comunicò al titolare della società che, nel periodo di tempo compreso fra il 24 e il 28 giugno 2018, vi sarebbero stati da parte dei funzionari comunitari (unitamente a personale della Capitaneria di Porto) controlli ispettivi a campione dei pescherecci e delle attività commerciali, al fine di verificare se, presso i luoghi oggetto di controllo, fosse garantito il rispetto della normativa di settore in materia di pesca marittima e tutela della specie”.
I magistrati rivelano che Colucciello preavvisò il titolare della società “in ordine a quale sarebbe stato l’oggetto del controllo previsto presso la sua attività commerciale e si adoperò fattivamente per ‘sanare’ le irregolarità prima dell’inizio dell’attività ispettiva da parte dei funzionari comunitari”. La condotta del militare “vanificò il buon esito dei controlli, sostanzialmente resi inefficaci dal preavviso da parte di Colucciello, e agevolarono la rivelazione delle notizie coperte da segreto”, infatti il titolare della società informò D.B. il quale, per evitare di essere controllato e sanzionato, decise di rinunciare alla battuta di pesca”.
Eclatante anche il caso di Michele Sassanelli, 45enne di Manfredonia finito ai domiciliari: il maresciallo, comandante di motovedetta, in concorso con l’indagata Maria Binetti, 61 anni di Monte Sant’Angelo, tecnico di laboratorio in servizio presso il laboratorio analisi dell’ospedale di Manfredonia, formò un atto falso per favorire un parente: “Il referto numero 0 del 2 luglio 2019 dell’Asl Foggia laboratorio di patologia clinica e microbiologia dell’ospedale San Camillo de Lellis di Manfredonia relativo al paziente D.S. riportava valori del sangue non veritieri e risultati di esami virali mai sostenuti”. Sassanelli e il tecnico di laboratorio Binetti avrebbero creato ad arte un certificato medico farlocco per facilitare l’arruolamento in Marina del parente del militare.
Ecco perché inserirono “con riferimento al valore del ‘colesterolo totale’ 162 mg/dl in luogo del valore reale di 140 mg/dl; con riferimento alla ‘bilirubina totale’ inserirono il valore pari a 1,06 mg/dl in luogo del valore reale di 2,16 mg/dl; eliminarono il valore della ferritina pari a 17,3 ng/Ml inserendo valore ‘negativo’ dei marcatori virali relativi ad esami mai eseguiti e cioè virus Epatite HBsAg, HCV Ab, HIV Ag, HIV (totali), HIV Ab”. Il referto medico fu successivamente “consegnato, in data 9 luglio 2019, da D.S. al Centro Selezione della Marina Militare di Taranto, proprio in occasione della selezione per l’arruolamento quale volontario in ferma prefissata della Marina Militare”.
TUTTI I NOMI
Ai domiciliari i marescialli Michele Sassanelli, 45 anni e Luigi Maiolo, 41 anni entrambi di Manfredonia, il primo comandante della motovedetta CP 820, il secondo comandante pro tempore della stessa imbarcazione. Mentre Antonio D’Errico, maresciallo 49enne di Monte Sant’Angelo e Cosimo Napolitano, sottocapo di prima classe, 35enne di Manfredonia sono stati sospesi dai pubblici uffici per un anno.
La procura aveva chiesto misure più severe: carcere per i primi due, domiciliari ai restanti e ben 17 provvedimenti cautelari. I pm faranno appello.
Questi gli indagati: Matteo Del Vecchio del ’79 di Lucera, Luca Bitondi del ’78 di San Giovanni Rotondo, Cosimo Marco Romano del ’79 di Brindisi, Francesco Scognamiglio del ’78 di Barletta, Marco Catella del ’84 di Bari, Raffaello Amoruso del ’83 di Manfredonia, Matteo Castigliego del ’82 di Manfredonia, Roberto Colucciello del ’74 di Manfredonia, Tommaso Antonio Panessa del ’81 di Gioia del Colle, Michele Grieco del ’83 di Manfredonia, Maria Binetti del ’58 di Monte Sant’Angelo, Francesco Paolo Miucci del ’70 di Monte Sant’Angelo, Pasquale Ciuffreda del ’63 di San Giovanni Rotondo, Massimiliano Vincenzo Vilona del ’60 di Manfredonia, Stefano Canè del ’67 di Foggia, Giuseppe Russodel ’75 di Barletta, Giuliano Martire del ’93 di Trani, Francesca Paola Maria Rondinone del ’73 di Foggia e Angelo De Cristofaro del ’68 di Manfredonia. (In alto, nei riquadri, la conferenza stampa con il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro e il militare Colucciello)