Foggia sede della commissione per il prezzo del grano, c’è l’impegno del ministro

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“Abbiamo bisogno di organizzare il modello agricolo italiano, i punti di forza non mancano ma se non si traducono in formule organizzative significa non saper leggere il momento che stiamo vivendo, questa a mio avviso è la vera sfida”, ha detto il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina parlando alla platea di cerealicoltori in occasione dell’assemblea di Confagricoltura Foggia sulla “terra del grano”, ospiti il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessore regionale all’Agricoltura Leo Di Gioia, il professor Michele Pisante subcommissario del Crea i centri per la ricerca in agricoltura. La Capitanata resta il granaio d’Italia, lo dicono le produzioni in gioco – oltre 600mila tonnellate, il 20% del raccolto nazionale – ma i produttori s’interrogano se sia ancora il caso di investire con i prezzi di mercato in caduta libera, appena 20 euro il quintale. Tuttavia Confagricoltura guarda avanti, l’occasione è servita per lanciare ufficialmente la candidatura di Foggia a ospitare la Cun, la commissione unica nazionale per la rilevazione del prezzo del grano duro in sostituzione delle borse merci delle Camere di commercio. Una candidatura presentata dal presidente di Confagricoltura Foggia, Onofrio Giuliano, sostenuta dalla Regione Puglia e che il ministro Martina ha così commentato: “Fatevi avanti, il procedimento è avanzato. A noi tocca costruire impalcatura, serve la massima condivisione possibile perché le dinamiche conflittuali producono stallo”.
Il ministro a Foggia ha parlato di un “impegno congiunto ministero-parlamento per affrontare la crisi in cui è caduta la produzione granaria nel nostro paese”. “Abbiamo cominciato a dire che ci vuole un piano cerealicolo nazionale, ora il piano è pronto e finanzia 10 milioni di euro per incentivare le filiere. Una somma che può voler dire poco, ma che mette in piedi meccanismi come i contratti di filiera con elementi di ponderazione intelligenti come quelli illustrati da Confagricoltura che io condivido in pieno”. Confagricoltura diffida infatti dei piani di filiera “che presentino rapporti squilibrati per le aziende agricole”, incalza il presidente di Foggia, componente di giunta nazionale, Onofrio Giuliano. L’organizzazione sollecita un “dialogo costante con tutti gli attori della filiera, un prezzo base garantito e parametri qualitativi”. Lo scontro è con l’industria (contratti per un anno, prezzi stabiliti in base al mercato) un’impostazione che Confagricoltura guarda con diffidenza e sospetto. Ora ha un alleato in più, nientemeno che il ministro dell’Agricoltura.
La terra del grano6Ma c’è tanto da recuperare, il presidente Mario Guidi è pronto a fare autocritica, “per come gli agricoltori negli anni hanno sottovalutato la cerealicoltura, ovvero il pavimento su cui poggia la nostra agricoltura. Ora bisogna recuperare la situazione – sottolinea – io per primo sono cerealicolture e produco grano duro e mi rendo conto che ci sono tante di quelle cose da fare in questo settore che c’è solo imbarazzo della scelta”. Il presidente nazionale di Confagricoltura ne cita un paio: “Abbiamo disinvestito nell’impresa agricola, il Psr dell’Emilia Romagna offre soldi agli agricoltori per produrre meno e peggio. Abbiamo ridotto le concimazioni, siamo difensori dell’ambiente, ma se non fai i quintali non vai da nessuna parte. Si consente di importare qualsiasi tipo di prodotto in Italia. Sono stato in Romania – ragguaglia Guidi – lì si usano fitofarmaci di tipo diverso sule coltivazioni non diffusi in Italia. Si tratta, allora, di affinare le metodologie di controllo: il ministero adotti un meccanismo chiaro e trasparente per aggirare queste manovre. E poi la speculazione, il problema centrale dell’anno che se ne sta andando: abbiamo prodotto più grano del consentito e la speculazione ha deciso di fare di noi ciò che ha voluto”. Infine sulla Cun, anche Guidi lascia campo libero a Foggia, ma avverte: “Siamo d’accordo che si debba fare a Foggia, ma più che la sede contano le persone. E devono preparate, che vivano quotidianamente sulla propria pelle gli aumenti tendenziali”.