Prime ipotesi investigative per il caso delle ossa umane ritrovate sul Gargano, in località Vergon del Lupo, in piena Foresta Umbra, agro di Mattinata, a 30 metri di profondità. In attesa di conoscere l’esito degli esami del RIS (serviranno almeno un paio di settimane), l’attenzione si starebbe focalizzando soprattutto sulla scomparsa del 25enne viestano, Salvatore Ranieri nel lontano 2003. Il giovane svanì nel nulla l’8 agosto ma la notizia trapelò solo verso la fine di quel mese. Ranieri, all’epoca custode di un campeggio a Vieste, si allontanò da casa a bordo di una Fiat di colore verde. I carabinieri avviarono le ricerche sia nell’entroterra sia in mare, tutte con esito negativo. Dalle indagini non risultarono neppure telefonate fatte dal suo cellulare nelle ultime settimane. Il giovane, che viveva da solo, era stato raggiunto un paio di anni prima dal Ros di Ancona con l’accusa di essere un corriere della droga, ma il suo arresto non fu mai convalidato.
Nel luglio dello stesso anno scomparve, invece, il 37enne Angelo Iaconeta. Ma tra questi episodi non emerse alcun legame. Fu però singolare che i due facessero lo stesso lavoro: Iaconeta custode di un lido di Mattinata, Ranieri custode di un campeggio di Vieste.
Angelo Iaconeta sparì nel nulla il 7 luglio 2003 ma solo il 16 luglio i genitori denunciarono ai carabinieri di non aver notizia del loro congiunto. L’auto dell’uomo, una Fiat Uno, fu ritrovata dai forestali in località “Baccone”, nella Foresta Umbra, con le portiere chiuse, senza sicura e con all’interno chiavi e documenti. Una delle ipotesi dell’epoca fu che la scomparsa di Iaconeta potesse avere avuto dei collegamenti con il ferimento di un altro custode, Francesco Notarangelo detto “Natale” (ben noto alle forze dell’ordine per il suo coinvolgimento in operazioni contro il clan Romito, ndr), all’epoca 36enne, di Mattinata, risalente al 14 luglio dello stesso anno.
Più defilata l’ipotesi che quelle ossa possano portare al 29enne Francesco Armiento, anche lui di Mattinata, scomparso nel giugno 2016. Luisa Lapomarda, madre del giovane, attraverso il suo legale Pierpaolo Fischetti ha fatto sapere di attendere “fiduciosa e speranzosa” l’esito dell’esame del RIS. “Almeno per dare una risposta a tale agghiacciante accadimento”.