A Loro Kevin Spacey e a noi Filippo Timi. Per carità, Timi è bravissimo, come lo sono Antonio Catania, Lunetta Savino, Bebo Storti e gli altri. Ed è decisamente piacevole anche la serie. “Il Candidato”, in onda su Rai3 in coda a Ballarò per venti puntate dalla settimana scorsa, è stata presentata come “web series” – cosa che non è dato che va in tv – ed è una serie satirica sulla politica italiana. Si prende un postino – interpretato da Filippo Timi – e si candida Presidente. Qualcuno, forzando, è arrivato a definirla la nostra “House of Cards” da cui è lontana galassie intere, intanto perché la serie Usa non è satira ma una fiction sopraffina, forse più reale del reale. “Il Candidato” al confronto è una “operetta”, divertente e godibile, piuttosto scontata, che fa pensare tanto, ma tanto forse addirittura troppo al modello 5Stelle: l’uomo qualunque al potere, con tutti i danni che ne conseguono, comprese le primarie online (l’unica nota davvero “pungente”). Si diceva della web series, ormai è una moda presentare le serie tv in questo modo. E invece “Il Candidato” è prodotta da Rai Fiction con Cross Production e non si capisce per quale motivo si presentino prodotti – anche di buona fattura – quasi sminuendoli, come a mettere le mani avanti casomai dovessero non piacere. Alla fine somiglia più alla serie “Veep”, che è dichiaratamente comedy e che prende in giro una pasticciosa Vicepresidente degli Stati Uniti. Resta, in ogni caso, l’impossibilità di vedere sugli schermi italiani qualcosa di dirompente proprio alla “House of Card”, anche se l’idea del candidato completamente inadeguato sembra copiata proprio dal personaggio di Peter Russo (per chi l’ha seguita, ndr). E invece siamo più a “Zelig” e “Colorado”, il che fa pensare all’ennesima occasione mancata dato che la serie è sì in 20 puntate ma ciascuna dura 5 minuti. Insomma, proprio un abbozzo. Da non dimenticare: l’idea non è nemmeno originale, viene dal format francese “Hénaut Président”, ed è inutile aggiungere altro. Rai3, “Il Candidato”
A chi non piacerebbe investigare sulle isole Hawaii? Al “povero” tenente Steve McGarrett viene chiesto di tornare a Oahu, la città dov’è nato, per investigare sulla morte di suo padre. Un posto non facile: estate tutto l’anno, surfisti e ragazze in bikini h24. Praticamente una vita di sacrifici. E lì che nasce una speciale squadra anticrimine, la “Five-O”. La serie è praticamente il riavvio – altrimenti detto “reboot” – di “Hawaii Squadra Cinque Zero” che è andata in onda tra la fine degli anni sessanta e il 1980 (e che va di nuovo in onda nelle ore notturne sui canali Rai). Certo, è il solito plot di tipo poliziesco, finanche con riverberi retrò, ma è godibile e Rai2 ne fa ampio uso nella seconda serata della domenica dopo “Ncis” con ascolti sempre di tutto rispetto. È particolare il cast, specie in questa quarta stagione: a parte i protagonisti che restano gli stessi, Alex O’Loughlin è il classico attore che possiede la stessa espressione per qualunque situazione, però è il belloccio di turno e questo (sembra) basti, il suo alterego simpatico è Scott Caan (si ricorda meglio in “Ocean’s Eleven”), così come ci si ricorda meglio di Daniel Dae Kim se si pensa a “Lost”; assieme a loro compaiono due guest star inaspettate: Melanie Griffit che interpreta la madre del tenente Williams (Caan) e l’ex “sirena a Manhattan” Daryl Hannah che interpreta un’agente immobiliare (non è chiaro se si tratti di un ruolo stabile, ma nella puntata in cui compare se non altro non è morta e non è stata – ancora – arrestata). Rai2, “Hawaii Five-O”
Arriva “don Matteo”, ma fa solo il prete. Una delle prime tematizzazioni in materia televisiva si è avuta con Tele Dehon e le varie tv a sfondo religioso che davano – e danno tutt’oggi – a molta gente specie anziani la possibilità di seguire una Messa o un Rosario stando comodamente in casa. In terra pugliese c’è grande tradizione: la già citata Tele Dehon ha sede ad Andria, per non parlare di TeleradioPadrePio a San Giovanni Rotondo. E ora ci prova Manfredonia Tv con una rubrica lieve – in onda ogni domenica – dal titolo “La Domenica… del Vangelo” animata dal parroco della chiesa della frazione Montagna, il giovane Don Matteo Graziano. Dopo una breve presentazione, il sacerdote legge e poi commenta il Vangelo della domenica nell’arco di una quindicina di minuti. Il suo non sarà lo stile dell’anchorman ma la serenità e la pacatezza che ci mette sono un buon modo almeno per non essere respingenti. E, cosa da non sottovalure, pur essendo giovane, il “Don Matteo” sipontino finora almeno non ha mai ceduto a espressioni gergali e ammiccamenti di vario genere verso il pubblico. Nessun termine giovanilista o peggio ancora parole “forti”. Don Matteo tiene la sua breve omelia televisiva e richiama alla conversione con una naturalezza che tutto sommato è apprezzabile in un sistema televisivo che sembra sappia giocare ormai soltanto a chi la spara più grossa. Manfredonia Tv, “La Domenica… del Vangelo”