TeleVisti n. 15 – vintage

Il telefono protagonista/1. Probabilmente il nome di Lio Beghin a molti non dirà molto. È stato un autore televisivo padovano, morto ottantenne nel 2010, precursore di quella che viene ancora oggi definita la “tv verità”.

Il telefono protagonista/1. Probabilmente il nome di Lio Beghin a molti non dirà molto. È stato un autore televisivo padovano, morto ottantenne nel 2010, precursore di quella che viene ancora oggi definita la “tv verità”. Siamo sempre nel periodo in cui la televisione italiana inventava – e non importava dall’estero – i programmi. E Lio Beghin, verso la fine degli anni ottanta, ha ideato “Telefono Giallo” e “Chi l’ha visto?” (cfr. TeleVisti n.8). “Telefono Giallo” è stato il programma di esordio di Corrado Augias in televisione. Il programma andava in onda su Rai3 in prima serata e andava avanti per tre ore. Nella prima edizione, Augias venne affiancato da Donatella Raffai. L’idea piaceva molto e non mancava di suscitare roventi polemiche, tant’è vero che il programma è stato chiuso relativamente presto, nel ’92, proprio a causa di una serie di strascichi giudiziari. “Telefono Giallo” aveva la forma classica del talk-show. Il conduttore al centro della scena davanti a un tavolo su cui era posto, appunto, un telefono giallo al quale arrivavano le eventuali telefonate relative ai casi in esame. In studio una serie di ospiti partecipavano direttamente al dibattito sul tema della puntata. È rimasta nella storia ed ha provocato la riapertura dell’inchiesta all’epoca da parte del pm Paolo Borsellino, la puntata dedicata alla strage di Ustica. Quella sera arrivò la telefonata di un ufficiale che fece una serie di rivelazioni che fecero scalpore. La struttura del format è sostanzialmente quella che poi ha dato vita a “Chi l’ha visto?” Scopo della trasmissione era, infatti, indagare in diretta sui casi in oggetto con la speranza di raccogliere, anche per mezzo del contatto telefonico e anche garantendo la forma anonima, notizie utili. “Telefono Giallo” ha ovviamente indagato sui maggiori casi di cronaca dell’Italia del passato, dall’assassinio di Giancarlo Siani al delitto di via Poma, ma anche sulle stragi di Capaci e via D’Amelio. Non erano infrequenti i momenti di tensione in studio, con ospiti che si alzavano e andavano via o che controbattevano ferocemente nel merito della discussione. Un programma vero dove il fatto di essere “in diretta” contribuiva a rendere il tutto ancora più avvincente. Rai3, “Telefono Giallo”. 

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La mitica boccia piena di fagioli

Il telefono protagonista/2. In effetti gli anni ottanta sono stati gli anni delle telefonate in tv. Da un lato si cercavano testimoni di casi insoluti e dall’altro si tentava di dare un numero preciso alla più celebre boccia piena di fagioli della storia: quella di “Pronto, Raffaella?” Tre anni appena su Rai1, 1983/85, per entrare e restare nella storia. Il programma contava su nomi pesanti, dalla regia dell’onnipresente Gianni Boncompagni – avvistato spesso e volentieri e spesso assieme proprio alla Carrà al centro commerciale Porta di Roma dove 10615719_276636862539272_844874968_ni due amano passeggiare amabilmente – ma anche di Giancarlo Magalli, autore dei testi. Un programma che ha mietuto record su record. Ascolti altissimi con punte di 14 milioni letteralmente inchiodati all’ora di pranzo su Rai1. Un format copiato praticamente in tutto il mondo e, nel caso della Spagna, sarà la stessa Carrà a condurlo direttamente su Telecinco, “En casa de Raffaela”. Quel tipo di tv all’ora di pranzo – ovvero il salotto con ospiti con interazione del pubblico – è stato antesignano di tutto quello che è stato dopo, a partire dal “Pronto, chi gioca?” con Enrica Bonaccorti fino al dominio indiscusso – tuttora in corso – di Michele Guardì con “I Fatti Vostri”. Rai1, “Pronto, Raffaella?” 

10609315_276636895872602_294123411_n14pollici. I dati Auditel hanno celebrato, ancora una volta, la vittoria del “Commissario Montalbano” in prima serata su Rai1. L’ennesima replica. Una vittoria facile se si considerano i palinsesti delle altre reti, praticamente vuoti, proprio come sono vuoti quelli Rai.

14pollici. Si vocifera della vendita di Tele Blu e nel frattempo il Tg va in ferie, dal 6 al 23 agosto. È vero, spesso l’informazione locale chiude in agosto, ma per una tv che ama autodefinirsi “leader del panorama televisivo locale dell’area settentrionale pugliese” non è molto rassicurante.