Ancora ombre sul contratto tra Comune di Foggia e Coim srl di Lello Zammarano. I verbali della Commissione di manutenzione ci raccontano una storia intricata ma piena di falle e stranezze. Tra novembre 2013 e aprile 2014, prima e dopo lo scandalo tangenti, succede di tutto. In particolare il 5 novembre dello scorso anno emergono le perplessità da parte di tutti i componenti della commissione. Al tavolo ci sono pezzi da novanta come il Presidente del Tribunale, il Procuratore capo, il Giudice Coordinatore dell’Ufficio del Giudice di Pace, il Dirigente della Segreteria della Procura e i presidenti dell’Ordine degli avvocati di Foggia e Lucera. Con loro il sindaco e alcuni dirigenti e funzionari tra i quali Fernando Biagini, oggi ai domiciliari per la vicenda delle “mazzette”.
Il plesso di Piazza Padre Pio viene definito “non consono ed insufficiente a risolvere il problema degli spazi. L’allocazione degli uffici giudiziari in diversi immobili è disagevole – si legge sul verbale -, dispendiosa in termini di tempo e quindi difficoltosa sia per l’utenza che per gli avvocati, vi è inoltre anche il problema dei parcheggi e della destinazione ad attività commerciale dei pianterreni”. Ciarambino ad esempio, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Foggia è perplesso sull’impegno di spesa che, si legge, “pare essere abbastanza cospicuo e non consente di esprimere un parere favorevole all’utilizzo del plesso di piazza Padre Pio”.
Per l’amministrazione comunale interviene proprio Biagini, in quel periodo grande capo dei lavori pubblici al Comune di Foggia. Il dirigente esprime le proprie preoccupazioni in ordine alla coesistenza presso l’immobile di piazza Padre Pio dell’attività commerciale con l’edificio giudiziario (sia sotto l’aspetto della sicurezza, sia per le diverse esigenze dell’utenza), per i volumi di traffico particolarmente intensi nella zona ed infine per la tipologia dell’immobile. Spunta l’ipotesi di un nuovo plesso vicino all’attuale Palazzo di Giustizia. Infatti il Comune aggiorna il Piano triennale dei lavori pubblici 2013/2015 inserendo 15 milioni per l’ampliamento del tribunale mediante project financing. “Intervento – spiegherà Mongelli – che presuppone ci sia un proponente che finanzi la spesa per la realizzazione”. Nel frattempo era importante avviare la procedura.
E poi boh… il paradosso
Il 5 novembre 2013, tutti i presenti auspicavano la costruzione di un nuovo plesso in viale I maggio. Il 26 novembre però, ogni perplessità scompare e dell’ipotesi di reperire altri spazi o di riaprire i termini per la manifestazione di interesse, nessuno ne parla più. Il problema dei parcheggi, non si sa come, si dissolve. I problemi sulla copertura economica svaniscono, anzi, il 26 novembre non vengono più rilevati. Cosa è successo tra il 5 e il 26 novembre? L’inserimento del progetto nel piano triennale del Comune avrebbe indotto tutti quanti a soprassedere sull’affitto? Tutti, ad eccezione del dirigente amministrativo del tribunale, Antonio Toziani e del Presidente dell’Ordine degli avvocati di Lucera, Giuseppe Agnusdei, si trovano concordi su Piazza Padre Pio. Il 29 aprile, poi, il paradosso. Nonostante emergano notevoli lacune, come la mancanza del parere dell’Agenzia del Demanio (LEGGI), quel contratto, palesemente nullo, viene difeso a spada tratta dalla Commissione. Emergono persino perplessità circa la possibilità di annullarlo poiché l’amministrazione sarebbe ormai “vincolata alla firma con la Coim srl”. Tutto questo quando ormai era già esploso lo scandalo tangenti (datato 2 aprile) che, guarda un po’, coinvolse in prima persona il dirigente Biagini e l’imprenditore Zammarano, suo grande accusatore. Allora perchè tenere in vita un documento pieno di falle e viziato da uno scandalo di tale portata? Stando ad alcune voci, potrebbero aver influito i rapporti tra il costruttore e alcuni elementi di spicco di Palazzo di Città come quelli del Servizio Avvocatura. Oggi lo scenario è cambiato. Come tutti sanno, Zammarano ha diffidato il Comune di Foggia che ora ha pochi giorni per adempiere alle obbligazioni relative alla concessione del palazzo di Piazza Padre Pio.
Intanto Biagini…
“Ho preso dei soldi dal costruttore Zammarano ma non sono un concussore”. Biagini ha affidato al suo legale, l’avvocato Giulio Treggiari, una memoria difensiva (LEGGI) in cui dichiara di non essere un concussore. Biagini – spiega nella missiva indirizzata al Gup – negli anni scorsi avrebbe effettuato delle consulenze tecniche per conto di Zammarano, suo amico. Per quei lavori non sarebbe, però, mai stato pagato. Quando l’imprenditore – continua Biagini – avrebbe chiesto il suo interessamento sul contratto di affitto del palazzo di piazza Padre Pio, avrebbe intascato quei soldi dovuti per quelle consulenze effettuate in passato. Per quel che riguarda le altre accuse, Biagini conferma di aver preso piccole somme di denaro dagli imprenditori Normanno e Rana (LEGGI) in cambio di lavori pubblici ma di non aver mai preso soldi dal costruttore Marco Insalata. Con Insalata, precisa Biagini nella sua memoria, c’è un vecchio rapporto di amicizia anche tra le rispettive famiglie (LEGGI). Intanto il processo a Biagini, all’ex consigliere comunale Laccetti e all’imprenditore Bruno, prenderà il via con il rito abbreviato il 3 ottobre prossimo. Nei prossimi giorni sempre il gup Domenico Zeno sarà chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di rimessione in libertà avanzata dal legale di Biagini.