Sulle tangenti al comune di Foggia sta venendo fuori un quadro sempre più inquietante. Basta sfogliare le 32 pagine dell’ultima ordinanza cautelare per avere un’idea più chiara del marciume regnante a Palazzo di Città. O gli imprenditori pagano o “non li faccio nemmeno respirare”, diceva Fernando Biagini al suo “compare”, Massimo Laccetti. Imprenditori tenuti sotto lo scacco dell’ex dirigente ai lavori pubblici che, con la minaccia di non concedere più alcun tipo di appalto, ha ottenuto una lunga lista di tangenti nel corso degli anni.
Soffermiamoci sulla concussione ai danni di Marco Insalata, uno degli imprenditori edili più noti della città e presidente di Cassedile. Dall’ordinanza emerge il rapporto di vicinanza tra Insalata, Biagini e Laccetti tanto che almeno in due occasioni si erano recati a mangiare a Trani con le rispettive famiglie. Una volta si recarono lì tutti insieme, a bordo della monovolume di Insalata. Una macchina omologata per sette ma nella quale ci entrarono in otto. Particolari raccontati dall’imprenditore durante un interrogatorio.
Ma il fulcro della vicenda sta tutto nelle 10mila euro versate da Insalata a Biagini con l’intermediazione di Laccetti. Nel corso di una conversazione intercettata il 3 marzo scorso all’interno della Mercedes dell’ex consigliere comunale, i due indagati parlano di futuro e di progetti imprenditoriali. Biagini e Laccetti ragionavano su possibili investimenti comuni da fare nel settore della gastronomia a Pescara “perchè qui (a Foggia, ndr) – diceva Biagini – non capiscono niente ed è meglio in quanto se non ci sono gli stupidi i dritti non possono campare”. Poi, riferendosi a Marco Insalata, l’amico delle mangiate a Trani, Biagini lo apostrofa in malo modo.
Lo considera “finito, morto”, tanto da doversi riallineare per tornare “nella stalla”. L’ex dirigente comunale rivendica di aver affidato a Insalata i lavori “dei rifiuti”, dell’importo di 500mila euro, per i quali Insalata ha consegnato i 10mila euro (“ci hai dato una dieci”), fatto che i due commentano contrariati paragonandolo a Lello Zammarano che invece pagava le tangenti subito e senza problemi (bello veloce, Lello subito splendido… con il sorriso sulle labbra pure”).
Durante l’interrogatorio, Insalata spiegherà di aver versato i 10mila euro a Laccetti per “timore di rimanere bloccato nella realizzazione delle opere edilizie”. Quando invece gli viene chiesta la provenienza del denaro, il presidente di Cassedile dirà che “sono frutto di risparmi personali”.