
MI PER…METTA,
SIGNOR CARLO CATTANEO.
Di mestiere Lei faceva il federalista.
Così dicevano i miei libri di storia.
Sa che da un bel po’ qui in Italia sono diventati tutti come Lei.
Cuntent?
Anche nel fisco, siamo federalisti.
E che diamine. Proiettati nel futuro di un paio di secoli fa.
Federalista anche il fisco.
Cattaneo, gliela dico tutta, io non riuscivo ancora a capire come il fisco
potesse essere federalista.
Mi sembrava una cazzata.
Poi ieri in Consiglio Comunale a Cerignola l’illuminazione.
Ho due studi, uno a Cerignola, l’altro a Foggia.
Federalismo fiscale significa che il 16 giugno pago per quello di Cerignola,
non pago per quello di Foggia.
Significa che le aliquote in base alle quali pago sono diverse a seconda se
parliamo dello studio di Foggia o di quello di Cerignola.
Stesso contribuente, stessi immobili, stesso uso, stessa ampiezza.
Tasse diverse.
Come cambiano le agevolazioni.
Diverse le detrazioni.
Le esenzioni.
Perchè i denari restano ai Comuni, dirà Lei, signor Federalista.
Ma Lei mente.
Perchè dopo tutto sto casino i Comuni, in buona sostanza, continuano a fare gli
esattori per conto dello Stato.
Come fosse Gomorra
Noi Comuni i galoppini, Lui Stato il Boss.
Incassiamo e trasferiamo.
E ognuno incassa quanto vuole e anche quando vuole.
Il 16 giugno imprecheranno solamente i Cerignolani.
I Foggiani,per esempio, no.
E ho capito tutto.
Si dice Federalismo fiscale.
Doveva essere fisco locale.
E’ solamente fisco ad minchiam.
Carlo Cattaneo, si dia pace.
Questi non l’hanno studiata.
E se l’hanno studiata, mi creda, non hanno capito un’acca.
Una vita… sprecata… signor Cattaneo.