Anche Avvocato di Strada Onlus è tra le centinaia di associazioni firmatarie di un importante appello promosso dalla redazione di Melting Pot Europa, un progetto di comunicazione on line indipendente sulle tematiche di una nuova visione del fenomeno migratorio in Italia e in Europa. Ad oggi le firme ammontano a 21.194. Tra queste, moltissime illustri del mondo dell’attivismo, del giornalismo, del cinema e dello spettacolo. L’appello, rivolto ai Ministri della Repubblica, ai presidenti delle Camere, alle istituzioni europee e alle organizzazioni internazionali, ha per oggetto l’apertura di un canale umanitario per il cosiddetto diritto d’asilo europeo. La mobilitazione si scatenò all’indomani del 3 ottobre 2013, tristemente famoso per aver segnato la data di un dramma umano di proporzioni inaudite, una catastrofe marittima nel Mediterraneo senza precedenti: l’affondamento di un peschereccio su cui viaggiavano migranti africani proveniente dalla Libia. 336 morti accertati e circa 20 dispersi. Un’ennesima tragedia la settimana scorsa al largo di Lampedusa. 17 morti, tra cui 12 donne e due bambine. Il confine blu, il Mar Mediterraneo, continua ad essere una tomba per migliaia di persone, circa 20.000 negli ultimi decenni. Si tratta di richiedenti asilo, persone che fuggono dalla guerra, dalla persecuzione, dalla fame.
Di fronte a queste cifre, associazioni, organizzazioni non governative, enti, cittadini comuni e noti non sono rimasti indifferenti e si sono messi in rete per la proposizione e la riproposizione, alla luce dei nuovi sbarchi, dell’appello per il canale umanitario. Si chiede alle istituzioni nazionali ed europee di studiare e di mettere in atto dei sistemi grazie ai quali la richiesta per la protezione internazionale possa essere avviata già nel Paese d’origine attraverso i consolati e con il rilascio di un permesso ad hoc. Una procedura dettagliata che garantisca tanto il richiedente quanto il paese ospitante e che scongiuri per sempre i viaggi della morte nel Mediterraneo a vantaggio di viaggi “regolari” e sicuri su aerei e navi.
Si chiede, inoltre, che il diritto d’asilo diventi “europeo” nel senso di una sua regolamentazione congiunta da parte di tutti gli Stati membri e che rinunci alla gabbia delle competenze del dannoso Regolamento Dublino che impedisce ai richiedenti di spostarsi in un Paese diverso da quello in cui hanno effettuato la richiesta. La visione sottesa all’appello va ben oltre la proposta che esso esplicita e che rivolge alle istituzioni. L’appello suggerisce una totale riforma del sistema delle frontiere europee interne ed esterne e dei circuiti di accoglienza/detenzione come CIE e CARA, sollecita una maggiore valorizzazione dei diritti e delle libertà dei migranti e dei richiedenti asilo nonché una loro attiva partecipazione nei processi decisionali che li riguardano. Un nuovo modo di gestire il fenomeno migratorio al di fuori dell’emergenza e della contingenza degli sbarchi, del doppio binario del pattugliamento e del mero recupero dei corpi in mare.
La sensibilizzazione e la promozione di iniziative come quella di Melting Pot s’impone come un dovere morale per chi come Avvocato di strada si batte in prima linea per i diritti dei migranti. Tuttavia, senza un impegno politico italiano ed europeo deciso e concreto, la proposta del canale umanitario europeo rischia di restare una goccia in un mare. Un mare di interessi economici e politici contrastanti, di responsabilità mai assunte dagli Stati membri dinnanzi ad una crisi umanitaria disastrosa, di diritti fondamentali negati alle persone. Un grande mare “nostrum” in cui ancora si continua a morire.
Per approfondire e firmare l’appello: www.meltingpot.org