La tv è morta! Viva la tv! Contrariamente a tutte le previsioni, e soprattutto in barba ai suoi stessi proclami contro la tv e i giornalisti italiani, Beppe Grillo questa sera farà un grande regalo alla Rai. E lo farà anche a se stesso e al capo della “terza camera dello Stato” che è il Bruno Vespa di “Porta a Porta”. Poi, per par condicio, toccherà a Matteo Renzi, a Silvio Berlusconi e a tutti gli altri. E meno male che la “rete” avrebbe soppiantato per sempre la tv. E che i giornalisti “servi del potere” erano tutti “morti”. Sono in molti a chiedersi il perché di questa rivoluzione nella comunicazione del leader del Movimento 5 Stelle. La verità è che Grillo è sempre stato in televisione, fin dagli albori della sua “conversione” alla politica e deve proprio alla visibilità televisiva il successo del Movimento, ovvero al fatto che gli italiani si abbeverano almeno da sei decenni a tutto quello che passa in tv. Pierluigi Battista, editorialista del Corsera, ha detto pochi giorni fa ad un convegno alla Camera dove si parlava di Twitter: altro che rete, il media più potente resta la tv. E Grillo lo sa, meglio di tutti. Ed ora non resta che goderci la serata su RaiUno perché, tra battute e politica, sarà certamente un momento di grande spettacolo. “Infotainment” a tutti gli effetti. RaiUno, “Porta a Porta”.
Seriali meglio se criminali. Alla tematizzazione televisiva Sky crede fino in fondo. E così, con Sky Atlantic, gli abbonati alla corte di Murdoch ora possono usufruire anche di un canale interamente dedicato alle grandi serie tv. Ovviamente il piatto ricco sono le produzioni estere ma, almeno per ora, l’Italia si fa rappresentare da “Gomorra – la serie”, tanto per restare nel filone della fiction di genere alla “Romanzo criminale”. Dalla “Piovra” in poi – a parte Santi preti e monache che debordano dalla tv generalista – la fiction nostrana ha ormai un consolidato appeal solo se si attinge al mondo della criminalità organizzata (dunque perché offendersi per i “Soprano”?). Però, qualora si decidesse prima o poi di produrre anche da queste parti qualcosa che metta a nudo il mondo del potere politico, è bene studiarsi a fondo “House of Cards” con Kevin Spacey protagonista/narratore che racconta in modo spietato gli intrighi delle Casa Bianca, anche se la vicenda da cui è tratta la serie è il libro omonimo, di Michael Dobbs, che curiosamente aveva ambientato la vicenda in un contesto completamente diverso: la Camera dei deputati inglese. Elegante, per niente irriverente, serio con punte di sofisticata ironia, ricco di suspense e di momenti decisamente vietati ai minori, “House of Card” è il sogno proibito di ogni sceneggiatore televisivo (italiano). Sky Atlantic, “House of Cards”.
L’Europa (alla foggiana) in tv. Quando si pensa ad una tv istituzionale gli addetti ai lavori in genere dicono: C-span! Probabilmente non esiste niente di meglio del colosso americano. In Europa i modelli di riferimento sono essenzialmente il super istituzionale Bbc Parliament e il più glamour Public Senat. Il Parlamento italiano – al netto di qualche sperimentazione – è decisamente indietro sulla materia e la Rai, nonostante sia previsto nel contratto di servizio, dorme sonni profondi: attualmente si è in attesa dello “sbarco” dei canali di Camera e Senato sul digitale terrestre stabilito per legge un anno e mezzo fa, ma la Rai ha già fatto sapere che non se ne parla. Quand’è così diventa interessante “respirare” istituzioni guardando altro. Un prodotto da segnalare è “Parleuropa” che racconta cosa avviene nel Parlamento europeo attraverso servizi e interviste che non sono niente di innovativo, ma che funzionano proprio per questo. Rassicurante giornalismo vecchio stampo. Un’informazione asettica e puntuale che peraltro nasce targata Mediafarm, e quindi a Foggia, il che sorprende positivamente se si pensa alla crisi del mercato dell’informazione e della televisione in modo particolare. www.parleuropa.it, Parleuropa Tv.