Ambientalisti irritati dopo le parole del sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti sulla Superstrada del Gargano. Di seguito la nota di FareAmbiente Vieste, Gargano e San Severo in risposta all’intervista de l’Immediato al primo cittadino viestano.
“Se il sindaco Nobiletti con la sua risposta al rilancio degli ambientalisti sul completamento della Strada Garganica intende dire che tutti gli ambientalisti della Capitanata e magari italiani rappresentano solo se stessi, ricordo che fra le politiche preferite da certa parte di cui lui è membro c’è proprio la difesa dell’ambiente e la transizione energetica”. Lo dichiara Maria Lucia Zito, responsabile “FareAmbiente Laboratori Vieste, San Severo e Gargano”.
“Premesso che trattasi di obiettivi dell’Agenda europea e mondiale 2030, che certo non possono essere ridiscussi in un’intervista di carattere locale o in un caffè, è bene riflettere sul fatto che il punto d’incontro si trova nel dialogo fra le parti e non nell’offesa gratuita – prosegue Zito -, specie se si guarda proprio alla genealogia dell’attuale guerra, dove la provocazione politica ha avuto un peso molto alto in un contesto già denso di tensioni. Ricordando al sindaco che FareAmbiente è un Movimento Ecologista Europeo con sede a Roma e con laboratori e rappresentanze in tutta Italia, a partire dalla provincia di Foggia, dove risulta largamente strutturata, rammenta altresì che il suo orientamento è moderato e favorevole a strutture e sovrastrutture. Infatti, non ha preso parte diretta al dibattito giornalistico, per il quale comunque, in quanto rappresentante istituzionale, bisogna avere rispetto, come accade generalmente nelle democrazie”.
Per Zito “la Superstrada deve essere completata, ma nel rispetto dell’ambiente e dei vincoli del Parco del Gargano. È chiaro che chi ha vissuto o vive nel territorio, e conosce le immense qualità di Vieste e delle località interessate, sa anche i difetti, specie quelli dovuti ad un isolamento cinquantennale dai servizi. In quanto alla guerra alle trivelle e a tutto il resto è sempre stata certa parte della politica che l’ha fatta e su questo è bene riflettere. Sulla questione poi che il Paese avrebbe avuto bisogno di una autonomia produttiva almeno in quanto a gas, se ne parla da circa trent’anni, compresa la produttività dell’Adriatico, senza che nessuno abbia mosso un dito. Questo però non è colpa degli ambientalisti, ma di una politica miope e sì autoreferenziale a tutti ben nota”.