Nuovi sospetti sul 41enne boss emergente del Gargano, Francesco Scirpoli. L’uomo, in carcere a Fossombrone dove sta scontando una condanna definitiva per l’assalto ad un blindato, è tuttora imputato in “Omnia Nostra”, maxi processo contro il clan Lombardi-Scirpoli-Raduano e in “Ariete” per la tentata rapina ad un portavalori sulla Mattinata-Vieste.
Intanto, i collaboratori di giustizia continuano a parlare svelando trame e assetti della criminalità in provincia di Foggia. Tra questi c’è Patrizio Villani, 47 anni, storico killer della batteria foggiana dei Sinesi-Francavilla, pentitosi da un paio di anni. In un interrogatorio, Villani ha parlato anche di Scirpoli in merito a due agguati avvenuti tra il 2016 e il 2017.
Il primo proprio ai danni del boss dei Sinesi-Francavilla, il 62enne Roberto Sinesi detto “Lo zio”. Il 6 settembre 2016, il capomafia rimase ferito con il nipotino di 4 anni mentre era in auto al rione Candelaro di Foggia. Per questa vicenda è stato arrestato Giuseppe Albanese, 44 anni, alias “Prnion”, affiliato del clan Moretti-Pellegrino-Lanza. Nell’ordinanza cautelare relativa all’arresto di Albanese, si fece riferimento alle parole di un altro pentito, l’ex “morettiano”, Carlo Verderosa: “Il collaboratore – scrissero gli inquirenti – riferiva che Francesco Sinesi (figlio di Roberto, ndr) ‘ce l’aveva a morte’ con Albanese in quanto sapeva che questi aveva partecipato all’agguato ai danni di Roberto Sinesi e che per farlo lui e i suoi complici avevano utilizzato un’auto rossa (500 L) a bordo della quale vi erano, oltre Albanese, anche Perdonò Massimo, Scirpoli Francesco, Romito Mario“. Verderosa riferì di aver saputo da Albanese che alla guida della 500 L rossa c’era proprio Scirpoli.
Come Verderosa, anche Villani ha indicato tra i partecipanti all’agguato Albanese e Scirpoli mentre non ha fatto cenno a Mario Romito. “Oltre ad Albanese ha partecipato un soggetto di San Severo che non conosco e un altro di Mattinata. Si pensa Francesco Scirpoli. Questa era la voce che si diceva in mezzo a noi, però si pensava che all’agguato i mandanti… proprio i mandanti sono: Rocco Moretti, Gianfranco Bruno e comunque i Francavilla erano stati messi al corrente”. Per Francavilla intende i cugini Ciro e Giuseppe detti “Capelloni”, entrati in rotta di collisione con Sinesi e con il cugino Antonello Francavilla, quest’ultimo genero del boss.
Rivelazioni scottanti anche su un altro terribile agguato, questa volta andato a segno, risalente al 20 giugno 2017. Quel giorno ad Apricena ci fu il duplice omicidio di Antonio Petrella e Nicola Ferrelli. La scena venne ripresa dalle telecamere di videosorveglianza e trasmessa tempo dopo dalla Rai e dal docufilm di Sky, “Mappe Criminali” (video in alto). Nel filmato si notano due killer, uno molto alto e imponente, sparare colpi di kalashnikov verso le vittime. Un’esecuzione in pieno stile mafioso.
“Per me è Francesco Scirpoli. Per me è lui – ha riferito Villani ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bari -. Da come ho visto il filmato e la robustezza, per come è formato quello è ‘Francescone’, quello è Scirpoli. Come ho visto il video ho detto: ‘No, questo lui è’“.
Alla domanda se conoscesse bene il mattinatese, Villani ha risposto: “Sì, l’ho visto in carcere, stava… allora, lui stava in carcere… mo’ le dico subito. Ah, il 2014, lui stava alla 1^ vecchia e io stavo alla… io invece stavo alla 5^. Che un giorno si sono rotte le docce da noi e ci hanno portati a fare le docce lì alla sezione, alla 1^ vecchia, ed io mi sono fermato. Ci stava la prima stanza, la cella n. 15, dove c’era… c’erano tutti i garganici e ci stava Francesco Scirpoli e ci stava anche il paesano mio, Damiano Soccio; però a lui poi lo vedevo, perché a Foggia bene o male ti incontri, quando vai avanti, oppure agli avvocati e cose, sta chi viene, chi va, ti incontri con quelli delle altre sezioni, anche se sei scortato da altri appuntati, eh! Quindi lo conosco bene come è di costituzione. Poi io e lui tenevamo lo stesso avvocato, cioè anche se ci mettevano nelle cellette separate ho avuto modo di vederlo. Come l’ho visto ho detto: ‘Quello è lui’“. Va precisato che non risultano indagini a carico di Scirpoli relativamente al tentato omicidio di Sinesi, né al duplice omicidio di Apricena.