“Da magistrato ho disposto centinaia di arresti. Ricordo il noto processo “Dolmen” con le rivelazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Annacondia decisive per fatti riguardanti tutta la Puglia. Conosco dinamiche criminali soprattutto baresi da molti anni. Mi candidai a sindaco nel 2004 dopo aver constatato che l’esercizio dell’azione penale non era sufficiente a cambiare il mondo”. Così ha esordito il governatore Michele Emiliano a Roma per l’audizione in Commissione antimafia.
“A Bari vecchia si spacciava droga già dietro la prefettura – ha ricordato -. C’erano sempre nuove leve. Spacciavano all’età di 10 anni e a 18-19 anni erano già in grado di uccidere una persona. Bari vecchia era ‘Scippolandia’. C’era una impressionante sequenza di omicidi che negli ultimi anni ha perso numeri”, ha evidenziato per sottolineare il rilancio del noto quartiere dopo anni bui.
“Il 12 luglio 2001 fu ucciso il 16enne Michele Fazio, un ragazzo del bar che portava il caffè al prefetto, era il beniamino di tutti. Si trovò in una sparatoria e venne ammazzato. Un omicidio che provocò una tale indignazione da mettere in movimento una città intera verso una presa di coscienza. Al mio lavoro mancava un pezzo quindi nel 2007, da sindaco, realizzai azioni mirate di antimafia sociale”.
La sorella del boss
“L’incontro con la sorella del boss Capriati e altre donne di Bari Vecchia da me citato dal palco aveva l’unico scopo di far capire che l’aria a Bari era cambiata, che dovevano comportarsi bene, mai per chiedere protezione come qualcuno sostiene in maniera strumentale. L’evento fu un evento come tutti gli altri per imporre il rispetto delle regole anche a chi non aveva capito il significato politico e sociale dell’amministrazione che io guidavo. È evidente che usavo anche la mia storia personale di magistrato antimafia. Io sono andato dalla sorella del boss Capriati per ribadirle con determinazione e serenità che le regole non le facevano più loro a piazza San Pietro ma le facevamo noi. Anche il rilascio degli immobili confiscati fu oggetto di questa conversazione”.
“Non escludo di aver dato dettagli sbagliati durante il mio intervento sul palco e se il sindaco di Bari Antonio Decaro dice di non essere stato presente, probabilmente ha ragione lui. Io però – ha aggiunto – ricordo un episodio simile accaduto in piazza della Cattedrale, Antonio Decaro mi disse ‘vedi quelli sono stati’, con riferimento all’episodio delle minacce a lui rivolte. Io affrontai questi ragazzi e dissi ‘questo ingegnere è il mio assessore quindi non toccatelo, lasciatelo lavorare’. Lo stesso discorso che facevo a tutti. Non siamo andati dalla polizia perché il racconto di Antonio Decaro non conteneva notizie di reato”.
“Nessuna indagine sulla Regione”
“Sulla Regione Puglia non è in corso nessuna indagine. Vi chiedo tutela, cioè di raccontare a tutta l’Italia, per favore, che il presidente della Regione Puglia non è oggetto di alcuna indagine, di nessun tipo, in nessuna delle inchieste. C’è una confusione – ha detto – per cui si ha l’impressione che debba rispondere di qualcosa. Io vi prego di ribadirlo, la Regione Puglia non c’entra nulla con le indagini in corso a Bari. Neanche la giunta comunale di Bari è oggetto di indagine, è esente da qualsiasi indagine. Non mi mettete in paragone con altre vicende dolorosissime che stanno accadendo in altre zone di Italia”.
Il messaggio a Pisicchio
Durante l’audizione del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in commissione Antimafia c’è stato un scambio polemico tra lo stesso governatore e la presidente della commissione, Chiara Colosimo. Lo scontro verbale si è innescato quando la presidente ha chiesto conto a Emiliano dei presunti messaggi che il governatore avrebbe inviato all’ex assessore Alfonso Pisicchio invitandolo a dimettersi perché una inchiesta su di lui aveva subito un’accelerazione. Qualche ora dopo i presunti messaggi whatsapp Pisicchio è stato arrestato dalla guardia di finanza. Colosimo ha chiesto se effettivamente siano stati inviati questi messaggi e da chi avrebbe ricevuto le informazioni sulle indagini e perché non ha denunciato la fuga di notizie. Emiliano ha risposto leggendo prima un comunicato stampa trasmesso a ridosso dell’arresto di Pisicchio, poi ha replicato sostenendo che la “domanda è incongrua rispetto all’oggetto dell’audizione”. “Non ho realizzato condotte non trasparenti – ha specificato – sono a disposizione della Procura se dovesse essere necessario un approfondimento”. E ha concluso: “Mi risulta leggendo la stampa che i messaggini sarebbero stati acquisiti dalla Procura, quindi l’unico soggetto che possa dare risposte è il procuratore della Repubblica che avete ascoltato”.