“La Polizia Locale di Torremaggiore ha introdotto l’uso di droni per migliorare la sorveglianza e la sicurezza nella città. Questa iniziativa rappresenta un importante passo avanti nell’adozione di tecnologie avanzate a supporto delle forze dell’ordine locali”. Lo rende noto il sindaco di Torremaggiore, Emilio Di Pumpo.
I droni, equipaggiati con telecamere ad alta risoluzione e strumenti di monitoraggio avanzati, permetteranno agli agenti di controllare aree estese e difficilmente accessibili con maggiore efficienza. Questi dispositivi volanti sono in grado di fornire una visuale aerea in tempo reale, consentendo una risposta rapida e coordinata a situazioni di emergenza o a potenziali minacce.
“L’introduzione dei droni – spiega il sindaco, a caccia della riconferma nelle Comunali dell’8 e 9 giugno – permette alla Polizia Locale di avere un controllo più capillare del territorio, migliorando la capacità di prevenzione e intervento. Si potranno monitorare eventi pubblici, aree urbane e rurali con maggiore efficacia, riducendo i tempi di risposta e aumentando la sicurezza dei cittadini. Siamo fieri di aver porto questa innovazione in città. Con questa iniziativa, Torremaggiore si pone all’avanguardia nell’uso di tecnologie avanzate per la sicurezza pubblica, dimostrando un impegno concreto verso la protezione e il benessere della comunità”.
Critica la rivale del centrodestra Margherita Di Pumpo, candidata sindaca: “A fronte dell’aumento degli episodi di violenza quali risse, furti e assalti ai bancomat, l’uscente amministrazione comunale propone l’uso dei droni e lo fa in ‘zona Cesarini’, a tre settimane dalle elezioni, dopo essersi contraddistinta per torpore durante il mandato”.
Poi spiega: “Si continua a girare intorno al vero problema, senza volerlo risolvere: la mancanza di un numero adeguato e rassicurante di agenti di Polizia Locale, decisamente sotto organico per una città di più di 16mila abitanti. L’impressione, anzi, è che la strada imboccata vada verso una ulteriore diminuzione e alienazione dal contesto territoriale del personale già presente, peraltro non individuato tramite concorso ma attinto da graduatorie di idonei e con un Comandante a tempo”.
“La strumentazione avanzata, il drone per intenderci, ha certamente grandi potenzialità ma non risolve il problema sicurezza. Un drone avvista ma non interviene. Un drone individua, ma non blocca una rissa o un assalto a un bancomat. Un drone non è risolutivo nell’ambito di una vigilanza rurale che i nostri agricoltori chiedono a gran voce per contrastare adeguatamente la piaga dei furti. Un drone – evidenzia Margherita Di Pumpo – non sostituisce l’uomo nell’attività repressiva e non fa un lavoro diverso rispetto a un sistema di videosorveglianza rispetto al quale i torremaggioresi si chiedono se sia o meno in funzione”.
“Inoltre – aggiunge – esistono questioni afferenti alla sfera squisitamente normativa: essendo il drone per sua natura dotato di videocamera e memoria annessa, a chi è affidata la gestione della privacy e il delicato trattamento dei dati? Quali sono i costi che la Comunità dovrà sostenere per l’uso, gestione e manutenzione delle apparecchiature? Il nostro ampio e articolato programma sulla sicurezza – prosegue Margherita Di Pumpo – prevede il potenziamento del corpo di Polizia Locale per un costante presidio del territorio urbano e rurale, un effettivo coordinamento con le forze dell’ordine, l’attivazione del servizio di coadiutori del traffico per il recupero di risorse umane da impiegare nei vari quartieri della città. Vogliamo porre in essere molteplici azioni che siano risolutive rispetto al tema della sicurezza che a Torremaggiore, attualmente, fa acqua da tutte le parti e rispetto al quale il sindaco uscente preferisce mettere una pezza che non risana sicuramente le numerose falle su questo tema decisamente sentito in città”, conclude Margherita Di Pumpo.