“Basterebbe elencare al presidente Emiliano il vasto numero di persone che della Regione Puglia, scelte da lui, sono state indagate e condannate, tra queste c’è anche la condanna del collega Stefanazzi che all’epoca dei fatti era capo Gabinetto. Poi ci sono dirigenti, amministratori di agenzie: si tratta di Grandaliano, Sannicandro, Lerario, Borzillo, Pisicchio, lo stesso Stefanazzi. Quindi questa immagine che Emiliano ci ha dato di opulenza della Puglia” non corrisponderebbe alla realtà. Lo ha sostenuto Mauro D’Attis (FI), vicepresidente commissione Antimafia, durante l’audizione del governatore Michele Emiliano. D’Attis poi ha chiesto di andare in audizione secretata. Emiliano ha replicato che Stefanazzi è stato condannato solo in primo grado, “sentenza appellata”, e ha evidenziato che quella “sentenza non può essere utilizzata” contro il governatore perché “io sono stato assolto”. Il governatore ha replicato anche su tutti gli altri nomi citati da D’Attis.
“Grandaliano era il direttore generale di un’agenzia dei comuni della Puglia nominata dalla Regione (l’Ager, settore rifiuti, ndr) che un giorno ha l’idea sbagliata di farsi pagare la festa di compleanno da un’azienda di rifiuti. L’accusa sostiene, e ottiene una condanna in primo grado, che Grandaliano avrebbe avvisato questa impresa in via preferenziale di un bando della Regione che metteva a disposizione di tutti i comuni determinate somme per la ripulitura dei rifiuti abbandonati durante l’estate. Penso che l’accusa sia infondata, ho la certezza che tutti i sindaci fossero a conoscenza di quel bando e non c’era nessun bisogno che Grandaliano li avvisasse prima. Se avrà bisogno di una mia testimonianza in appello sarò a disposizione. Di certo ha sbagliato, perché non si fanno pagare le feste di compleanno. E comunque ora non è più direttore dell’Ager”.
Caso Sannicandro: “È accusato di aver ricevuto una tangente di 60mila euro per aver favorito l’aggiudicazione di alcuni appalti per il dissesto idrogeologico, non quindi da dirigente Asset, ed è in attesa di giudizio – ha spiegato il governatore -. Nulla sappiamo sulla fondatezza di questa accusa. Non è comunque stato sottoposto a misure cautelari ma sospeso dalle funzioni. È sub judice e ho ragionevoli aspettative che venga assolto per un equivoco nelle intercettazioni“.
Poi su Borzillo: “È una persona rinviata a giudizio per vicende che lo riguardano come commissario dei consorzi di bonifica che non appartengono alla Regione Puglia. Sarà lui a dettagliare sui fatti per cui è accusato. Da me è stato revocato e sostituito”.
Infine su Lerario, ex capo della Protezione civile condannato in due filoni processuali: “Lerario era tra i 230 dirigenti della Regione Puglia, turnato dall’ufficio dell’economato e messo alla Protezione civile per una legittimazione rotazione. Durante il processo ha ammesso gli addebiti e si è scusato con la Regione Puglia. Gli abbiamo chiesto 5 milioni di risarcimento danni e l’abbiamo licenziato. Non ci sono condanne passate in giudicato, la colpevolezza è certa per Lerario, le altre sono da discutere”.
Precedentemente aveva invece affrontato il caso Pisicchio, l’ex assessore regionale arrestato di recente con il fratello Enzo e altre persone: “Era un’indagine nota. Non ho avuto nessuna particolare notizia. Abbiamo fatto un riepilogo di tutte le situazioni in cui c’erano indagini notoriamente aperte a carico di tizio, caio e sempronio. C’è stato un lavoro di accertamento delle situazioni. Siccome questa indagine era nota, si è chiesto a chi di dovere di dare riscontro a quanto affermato. Dopo tali riscontri, ho proposto alla giunta di sostituirlo. I messaggini di cui si parla sulla stampa – la presunta chat tra lui e Pisicchio poco prima dell’arresto di quest’ultimo – mi risulta siano stati acquisiti. E quindi l’unico soggetto che può dare risposta è il procuratore della Repubblica. Io non ho altro da aggiungere”.
Emiliano ha evidenziato che alcune questioni sollevate in commissione antimafia non hanno nulla a che vedere con vicende di criminalità organizzata come per il caso Pisicchio: “Questo fatto non ha nulla a che vedere, per quello che mi consta, con la criminalità organizzata o mafiosa. Quello che potevo dirvi l’ho detto anche di fronte a una domanda che giudico incongrua rispetto al merito dell’audizione”.
“Con riferimento alle tre operazioni che si sono susseguite in tempi molto serrati, quella sulla criminalità organizzata con voto di scambio politico mafioso, quella con voto di scambio non mafioso e quella che riguarda Pisicchio, nessuna riguarda la Regione Puglia. Non posso sapere se in questo momento una qualunque procura d’Italia stia indagando su questioni che attengono la mia giunta, posso dire che in quelle tre indagini non ci sono fatti che riguardano la Regione Puglia“.