Con 31 voti a favore e 1 contrario il Consiglio comunale di Foggia ha approvato l’accapo 1 relativo al regolamento di accesso all’asilo nido comunale e alle scuole dell’infanzia, che contano 45 insegnanti e 225 alunni nell’anno scolastico in corso. Tutti i consiglieri al di là del loro colore politico hanno promesso in campagna elettorale una implementazione dell’offerta di asili nido pubblici e di sezioni primavera. Oggi, come si sa, esiste solo il Tommy Onofri.
Stando alle informazioni diffuse dalla dirigente al ramo, la dottoressa Serafina Croce, sarebbero state liquidate le prime fatture emesse dalle 37 strutture di nidi no profit che beneficiano per il tramite del Comune dei bonus minori 0-3 anni erogati dalla Regione Puglia, pari a 4,7 milioni di euro.
I sindacati avevano lamentato i forti ritardi nei contratti di servizio e quindi nella liquidazione delle risorse, che dovrebbero regolarmente arrivare già da settembre. In questi mesi le strutture si sono indebitate e hanno potuto contare solo sulle proprie forze. Sono almeno 200 le operatrici, tra cuoche e maestre, che rischiano di non essere pagate.
“Siamo rientrati nei piani, ho liquidato le fatture che abbiamo contabilizzato in questi giorni, i ritardi sono stati causati da problemi di accertamento e da problemi tecnici. Mancavano in tanti casi i Cif, i codici di identificativi di gara. C’è una mole di lavoro immensa. E ci sono cooperative che hanno 4 unità di offerta”, si è difesa Croce.
La sindaca Maria Aida Episcopo dal suo canto ha voluto ricordare le criticità delle autonomie scolastiche. Solo in Puglia sono state tagliate 44 autonomie scolastiche, per via del forte calo demografico che ha svuotato tutte le aule di ogni ordine e grado. “Qualche consigliere si aspettava un piano dell’offerta formativa, ma esso viene stilato insieme ai genitori. Voglio incidere sul decremento demografico e sul tempo pieno. Noi ci teniamo alle scuole comunali che rimangono straordinariamente alte, ma le sezioni primavera impongono una sfilza di requisiti sia strutturali sia professionali”. Episcopo ha in animo di aumentare le scuole per l’infanzia col servizio mensa. “Il momento della mensa è un momento educativo e relazionale non solo nutrizionale. Ben venga se aumentano i nostri iscritti e se aumenta il nostro tempo scuola. Il tempo pieno vale da noi il 15 per cento contro il 60 per cento delle città con più di 100mila abitanti”.
È stato polemico nei confronti dell’assessore alla Pubblica Istruzione Mimmo Di Molfetta anche Lino Dell’Aquila capogruppo del Pd. “Il Comune può dare un servizio di eccellenza e far sì che non si debba scegliere necessariamente il privato. Certo il servizio deve essere all’altezza”.
A tal proposito l’assessore ha ricordato come la Giunta Episcopo miri ad allargare la platea di strutture che offre il tempo pieno e con esso la mensa. Sta lavorando proprio sul servizio mensa, l’assessore al ramo Mimmo Di Molfetta, che nella giornata di giovedì 21 incontrerà i vari referenti di ciascuna scuola comunale. Da quel momento in poi sarà aperta nel Palazzo una Commissione Mensa scolastica. Il Comune di Foggia è tra gli Enti che pagano il più basso prezzo in Italia per il servizio mensa pubblico e che meno investono nel tempo pieno per i piccoli. Un deficit che viene quasi totalmente supplito dalle strutture paritarie.
“Le nostre scuole comunali sono tante, vengono erogati ogni giorno 1450 pasti nella nostra città – ha spiegato l’assessore alla Pubblica Istruzione -. La Commissione Mensa è necessaria ed è importante che si attivi per risolvere le problematiche dell’erogazione dei pasti ai nostri bambini. È un argomento che è stato attenzionato dall’inizio per via delle lamentele che ci sono arrivate dai genitori. Dobbiamo accertare la qualità del servizio, in ogni scuola ci sarà un rappresentante che accerterà la qualità dei pasti perché non riusciamo a gestire direttamente le problematiche. La Commissione serve a garantire gli standard, che in altre parti ci sono come il pranzo a km zero e il bio. Dobbiamo puntare all’educazione al cibo dei ragazzi, la qualità passa attraverso i nostri figli e alla qualità di quello che mangiano”. Non solo lamentele, però, ci sono genitori soddisfatti. “Il gradimento va molto a macchia di leopardo, in alcune scuole i bambini mangiano sereni con tranquillità, in altri casi siamo di fronte, ci dicono, a pasti un po’ freddi o a secondi di pesce che presentavano la lisca. Ma può succedere, l’aspetto più importante riguarda la qualità del servizio, i nostri bambini devono imparare a mangiare bene perché non tutti mangiano bene in famiglia”, conclude Di Molfetta.