Un colpo durissimo a Rocco Moretti, il boss dei boss della “Società Foggiana”. Proprio nel giorno del quarto anniversario della Dia a Foggia, gli investigatori antimafia hanno sottratto il patrimonio al 74enne capoclan detto “Il porco”.
La Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione ad una misura patrimoniale, disposta dal Tribunale di Bari – III Sezione Penale in funzione di Tribunale della Prevenzione nei confronti del pluripregiudicato su proposta formulata congiuntamente dal procuratore della Repubblica del capoluogo pugliese e dal direttore della Dia.
“Il boss – riporta una nota divulgata dalla Dia -, allo stato detenuto in regime speciale (ex art. 41 bis o.p.), è considerato uno dei più importanti esponenti della società foggiana, avendo partecipato a tutti i principali episodi mafiosi della provincia dauna degli ultimi 40 anni ed essendone divenuto, nel tempo, la figura di maggior spessore. Sotto tale ultimo profilo, particolarmente preziose sono risultate le evidenze emerse dal processo tenutosi a seguito dell’operazione ‘Decima Azione’, nell’ambito del quale l’uomo è stato di recente condannato in via definitiva alla pena di 10 anni e 8 mesi di reclusione, per il reato di associazione di tipo mafioso”.
Il risultato di servizio è frutto di complessi accertamenti svolti sulla persona e sul suo nucleo familiare, che hanno consentito di riscontrare come Moretti abbia accumulato illecitamente ricchezze e realizzato investimenti a Foggia, San Giovanni Rotondo, Orta Nova e San Severo, a fronte di un’evidente sproporzione tra la capacità reddituale dichiarata al fisco e la reale consistenza del patrimonio a lui direttamente o indirettamente ascrivibile. Sono note le sue alleanze a San Severo con il clan Testa-La Piccirella, a Orta Nova con il clan Gaeta e sul Gargano con i Lombardi-Scirpoli-Raduano, questi ultimi un tempo guidati da Mario Luciano Romito, il boss manfredoniano ucciso nella strage di San Marco il 9 agosto 2017.
Il sequestro, per un valore complessivo stimato di circa 2,5 milioni di euro, ha riguardato 4 imprese operanti nel commercio all’ingrosso di generi vari, nel commercio al dettaglio di articoli per la casa e per la ristorazione e nella gestione di bar, nonché beni mobili e immobili tra i quali spiccano 4 fabbricati (2 abitazioni, un box, una struttura per l’esercizio di attività di bar e ristorazione), autoveicoli, macchine operatrici e numerosi rapporti finanziari e polizze assicurative.
L’odierna Misura di Prevenzione patrimoniale si inquadra nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti criminali, agendo così anche a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale. Per la decisione sulla definitiva confisca dei beni, il provvedimento dovrà, ora, essere sottoposto al confronto con la difesa di Moretti.