“Le vuoi in testa? Te ne devi andare! E tu devi smettere di riprendere, se no non vi faccio tornare indietro”. Sono le parole di Vincenzo Marinacci (indagato assieme a 32 persone nell’inchiesta “Azzeccagarbugli” sul presunto ‘diplomificio’ per gli attestati da operatore socio sanitario a San Nicandro Garganico) riferite al giornalista Stefano Maria Sandrucci e ad un operatore del programma tv “Mi Manda RaiTre”. Questi ultimi erano nel Foggiano per un servizio sulle scuole private e sugli istituti paritari quando sono stati aggrediti con un bastone.
L’inchiesta sul “diplomificio”
I finanzieri arrestarono tre persone tra cui l’ex sindaco Nicandro Marinacci
A gennaio scorso, la Guardia di finanza arrestò tre persone, tra cui l’ex deputato di Forza Italia ed ex sindaco del comune, Nicandro Marinacci e il figlio Vincenzo, consigliere comunale ed ex candidato sindaco di San Nicandro Garganico. Secondo l’impianto accusatorio, gli indagati avrebbero organizzato corsi di formazione professionale per oss del tutto irregolari, con tanto di attestato ai partecipanti. “Il sodalizio criminale ha costruito una vera e propria fabbrica del falso”, evidenziarono gli inquirenti. Qualcuno avrebbe versato persino 25mila euro per ottenere il falso diploma per poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. Sarebbero stati rilasciati attestati falsi anche per partecipare a selezioni pubbliche e per le graduatorie del personale Ata.
La denuncia del giornalista sui social
“Mentre indagava su un presunto traffico di falsi diplomi e falsi attestati ad opera di un istituto riconducibile ad un noto politico della zona (ex parlamentare ed ex sindaco) e a suo figlio (a sua volta consigliere comunale in carica e candidato alla carica di primo cittadino alle ultime elezioni), imbattendosi in quest’ultimo il nostro collega, con il garbo e la gentilezza che hanno sempre contraddistinto l’intera attività inchiestistica di Mi Manda RaiTre, gli chiedeva la disponibilità a rispondere ad alcune domande, permettendogli così di replicare alle accuse della Procura di Foggia”, scrive Ruffo su Instagram.
“Come chiaramente visibile nel filmato, l’indagato, improvvisamente afferrava dalla propria vettura una mazza aggredendo Sandrucci e tentando di colpirlo alla testa. Solo per prontezza di riflessi e fortuna il nostro inviato non veniva colpito in pieno, schivando il colpo di pochissimi centimetri, per poi cercare riparo dall’altro lato del marciapiede. L’aggressore, non soddisfatto, continuava però a inveire e minacciare di morte Sandrucci, per poi rivolgere attenzioni e medesime all’operatore di ripresa, che trovava riparo dietro un’automobile. I nostri colleghi hanno quindi cercato riparo presso la vicina caserma della Guardia di Finanza, dove i militari raccoglievano il loro racconto, per poi tenere a distanza l’aggressore, che nel frattempo era sopraggiunto in sede, accompagnato poi dal padre”.
“Fatto molto grave”
“L’aggressione all’inviato della trasmissione Rai ‘Mi manda RaiTre’, Stefano Maria Sandrucci, avvenuta a San Nicandro Garganico, nel Foggiano, è molto grave e non può essere derubricata ad episodio marginale. Il giornalista stava facendo un’inchiesta sulle scuole private e i cosiddetti ‘diplomifici’, gli istituti paritari accusati di rendere più facile il conseguimento dei titoli di studio rispetto alle scuole pubbliche”. Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza Rai, Stefano Graziano, che aggiunge: “La persona indagata dalla Procura di Foggia su questa vicenda, anziché rispondere alle domande del giornalista, lo ha aggredito con una mazza da baseball minacciandolo di morte. Nel testimoniare a Stefano Maria Sandrucci tutta la nostra vicinanza e solidarietà, vorrei ricordare che nei primi sei mesi del 2023, secondo i dati dell’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione, sono stati rilevati in Italia 83 episodi di intimidazione e minaccia a danno di 234 giornalisti. Con una media di 1,3 vittime al giorno. Tenere alta l’attenzione è dunque un obbligo per le istituzioni democratiche”.