Una “busta con tre carte” a “capa di ginocchio”. È uno dei passaggi dell’ordinanza del gip Battista sulla appaltopoli in provincia di Foggia che coinvolge dirigenti regionali tra cui il numero uno dell’Asset Elio Sannicandro, sospeso da Emiliano, e alcuni funzionari comunali. Al centro del “sistema” l’imprenditore di Lucera Antonio Di Carlo, 62 anni e sua figlia Carmelisa, 32 anni, il primo finito in carcere, la seconda ai domiciliari. Grazie a persone compiacenti avrebbero dirottato appalti a suon di mazzette. Le accuse vanno dalla corruzione alla turbata libertà degli incanti.
Rilevante sarebbe stato il ruolo dell’architetto Luigi Troso (interdetto in seguito all’inchiesta) chiamato “capa di ginocchio” dai Di Carlo. “Ad avvalorare l’ipotesi – riporta l’ordinanza – si riporta una foto del soggetto visibilmente calvo; da qui si desume l’origine del soprannome (capa di ginocchio come emerge anche da ricerca su fonti aperte è l’appellativo conferito a persona calva) dato dai Di Carlo all’architetto Troso, responsabile del settore tecnico del Comune di Casalvecchio di Puglia”.
Quel sorteggio pubblico ma anonimo
Gli inquirenti avrebbero documentato incontri tra Carmelisa Di Carlo e Troso presso aree di servizio di Foggia. È inoltre emerso l’interesse per “l’esecuzione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del demanio idrico superficiale tratti di canale Santa Lucia e Giulio di Toro in agro di Casalvecchio di Puglia”.
A tal proposito ci sarebbe stata “l’approvazione dell’elenco delle ditte da invitare alla procedura a seguito di sorteggio pubblico, ma anonimo“.
Secondo gli inquirenti “si ritiene che con verosimile probabilità, vista la tempistica, la dazione di ‘tre carte’ conferita la sera del 26 maggio 2020 da parte dell’imprenditore lucerino e sua figlia Carmelisa all’architetto Luigi Troso, dagli stessi nominato ‘capa di ginocchio’, fosse finalizzata ad indirizzare a favore della F.lli Di Carlo S.r.l. la gara in argomento”.
A parere di chi indaga “la procedura del sorteggio pubblico ma anonimo ha determinato – si legge ancora nell’ordinanza del gip Battista – l’estrazione di tre imprese facenti rispettivamente capo agli imprenditori Antonio Di Carlo, Bruno Maria Gregoretti ed Antonio Ferrara (questi ultimi due interdetti, ndr) i quali, come chiaramente emerso dall’attività d’indagine, condividono numerose iniziative imprenditoriali e hanno diverse convergenze di interessi nel comparto dei lavori pubblici aggiudicati o anche affidati in somma urgenza, nonché nei comparti della difesa costiera e della manutenzione delle strade. Per dare un’idea del rapporto simbiotico tra i tre imprenditori si fa riferimento ai lavori aggiudicati alla In.Mare presso il porto di Lesina ma materialmente eseguiti dalla F.lli Di Carlo Srl, nonché alle gare presso il comune di San Marco La Catola, preventivamente pianificate tra Antonio Di Carlo e Antonio Ferrara e successivamente vinte dalla Antonio Ferrara srl e dalla ICG srl facente capo a Carmelisa Di Carlo”.
“È assurdo il fatto che devi cacciare i soldi”
Le lamentele di Di Carlo intercettate dagli investigatori
“Di Carlo esordisce lamentandosi di taluni sindaci compreso quello di Casalvecchio di Puglia, e subito dopo fa espresso riferimento a ‘capa di ginocchio’ iI quale ‘non si sta comportando’ secondo le aspettative dell’imprenditore lucerino (‘recuperiamo le spese la via se la fa lui, l’ospedale se lo fa lui, si fa tutto quel cazzo che vuole lui! La chiesa o quello niente più! Togliamoci di mezzo! Perché non puoi fare così, eh!’). Inequivocabile il prosieguo della conversazione sulle illecite aspettative manifestate da ‘capa di ginocchio’ quando Carmelisa dice: ‘…ci voleva forse inzuppare (fonetico: azzuppare) qualcuno sui canali. lo gli ho detto si si va bene! Ora dammi i lavori (fonetico: la fatica) e poi vediamo! Ho pensato. Tu già parti che dobbiamo spartire! Hei’. In proposito Di Carlo commenta: ‘È assurdo cioè il fatto che tu devi dare (fonetico: cacciare) i soldi, hai capito? Che hai un costo tu!'”.
Secondo quanto scritto nell’ordinanza, “emerge, pertanto, che già nei primi giorni del mese di marzo erano emerse illecite intese tra l’architetto Luigi Troso e i Di Carlo con precipuo riferimento ai lavori sul demanio idrico superficiale nel comune di Casalvecchio, finanziati dalla Regione Puglia con Determina 1029 del 16 dicembre 2019”.
Le mani su Orsara di Puglia e quelle offerte di comodo
“Dalle indagini ed in particolare dalle intercettazioni – ricostruisce ancora l’ordinanza cautelare – emerge chiaramente che le imprese da invitare a partecipare alle gare indette dal Comune di Orsara di Puglia sono state individuate e scelte dagli imprenditori Antonio Ferrara, Antonio Di Carlo e sua figlia Carmelisa diversi mesi prima della formale indizione della gara, tra quelle disponibili a non partecipare alla gara o a non presentare offerte o addirittura a formulare offerte di comodo“.
E ancora: “Tra le ditte invitate a partecipare compaiono nomi noti che si ripetono più volte nelle procedure oggetto delle indagini e nelle intercettazioni del presente procedimento”. Lo schema sarebbe sempre lo stesso, analogo ad altre gare finite sotto i riflettori della magistratura.
Le imprese invitate avrebbero offerto ribassi in sede di gara tali da consentire l’aggiudicazione alle imprese riconducibili ai tre indagati
In questo caso “si tratta di tre gare, due relative a lavori inerenti il demanio idrico superficiale ed una inerente i lavori di manutenzione della Strada Comunale Magliano. Per quanto riguarda le due gare relative alla manutenzione ordinaria e straordinaria del demanio idrico superficiale, anche il Comune di Orsara rientra tra i Comuni finanziati con la più volte citata determina regionale n.1019 del 15 dicembre 2019, i cui esiti sono stati anticipati a Di Carlo prima della formale pubblicazione in tale data e le determinazioni sono state oggetto di commento da parte di Ferrara e Di Carlo nelle conversazioni immediatamente successive, il 16 dicembre 2019”.
“In particolare, si tratta di due gare che gli imprenditori a cui fanno capo le ditte aggiudicatarie si erano divise con la conversazione del 6 marzo 2020 intercettata ali’interno dell’autovettura Audi A6 del Di Carlo nel corso della quale gli indagati individuavano le imprese da far invitare a partecipare per assicurarsi l’aggiudicazione (nel caso specifico – evidenza il gip Battista nell’ordinanza – Tabanelli, Edilflorio, Rotice e Edil Geo Grieco). Dall’analisi della documentazione di gara, le previsioni della conversazione intercettata trovavano perfetta aderenza e riscontro, risultano effettivamente invitate le ditte di cui ai desiderata dei Di Carlo e del Ferrara ed i ribassi offerti in sede di gara dalle imprese invitate tali da consentire l’aggiudicazione alle imprese riconducibili ai tre indagati”.
Il gip ricorda che “tra le gare del Comune in esame vi è anche quella per lavori stradali che è stata aggiudicata alla A.stra Adriatica Strade spa riconducibile all’imprenditore Gregoretti con il quale i Di Carlo hanno condiviso diverse iniziative economiche e che è indicata più volte nel corso della conversazione come società da far invitare a partecipare alle gare perché disponibile ad offerte di comodo o ad astenersi dal partecipare.
In relazione a tale gara, gli inquirenti ritengono “che l’aggiudicazione alla A.stra Adriatica Strade S.p,a. rientri nel più ampio accordo collusivo concluso con i Di Carlo e Ferrara perché dopo l’offerta di comodo che il Gregoretti ha formulato per la gara relativa ai lavori sul demanio idrico del Comune di Casalvecchio di Puglia aggiudicata alla Di Carlo S.r.I nel giugno 2020 consegue, nel successivo luglio 2020 una gara costruita e confezionata sulle esigenze di Gregoretti e della A.stra Adriatica Strade spa in relazione alla manutenzione stradale del Comune di Orsara”.
Le persone coinvolte
In carcere Antonio Di Carlo, 62 anni, di Lucera, imprenditore. Ai domiciliari la figlia Carmelisa Di Carlo, 32 anni, di Foggia e Sergio Schiavone, 60 anni, di Benevento, dirigente del Coni. Interdizione per il direttore dell’Asset Elio Sannicandro, Leonardo Panettieri (funzionario della Regione Puglia), Michele Tamborra (funzionario Regione Puglia), Luigi Troso (funzionario del Comune di Casalvecchio di Puglia), Bruno Maria Gregoretti (legale rappresentante della Adriatiche Strade – A.Stra), Antonio Pacifico (funzionario del Comune di Volturara Appula), Antonio Ferrara (rappresentante della Antonio Ferrara srl) e Michele Camanzo (impiegato dell’ufficio tecnico del Comune di Monteleone di Puglia). Per altre 12 persone indagate non sono state spiccate misure cautelari.
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