È partita dalle campagne di Ordona, nel Foggiano, la raccolta del pomodoro da salsa. Una stagione che si preannuncia difficile a causa dei cambiamenti climatici e che rischia di terminare con un vistoso calo di produzione, con il conseguente aumento di prodotto importato, soprattutto concentrato di pomodoro cinese che le industrie acquistano a meno della metà di quello foggiano. La Capitanata è la patria del pomodoro da industria con quasi il 19% dell’intero raccolto nazionale.
Questa mattina siamo stati in uno dei campi dell’azienda De Matteo dove Coldiretti ha fatto il punto su una delle colture principali della nostra provincia. “Ai ritardi registrati in campagna nel trapianto delle piantine di pomodoro a causa del clima pazzo – afferma Mario De Matteo, presidente di Coldiretti Foggia e imprenditore agricolo – si aggiunge l’aumento dei prodotti energetici e delle materie prime che si riflette sui costi di produzione del pomodoro superiori del 30% rispetto alle medie storiche, anche per il caro carburanti e il gap delle infrastrutture logistiche di trasporto. La Puglia che è il principale polo della salsa Made in Italy nel Mezzogiorno con quasi 18mila ettari concentrati per l’84% proprio a Foggia, è leader nel comparto con 3.500 produttori di pomodoro che coltivano mediamente una superficie di 32mila ettari, per una produzione di 20 milioni di quintali ed una P.L.V. di quasi 180.000.000 euro. Dati ragguardevoli se confrontati al resto d’Italia con i suoi 55 milioni di quintali di produzione e i 95mila ettari di superficie investita”.
Il pomodoro agli agricoltori viene pagato solo fra i 15 e i 17 centesimi al chilo. Il risultato è che, ad esempio, per una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,6 euro solo il 9,4% riguarda il valore riconosciuto al pomodoro in campo – affermano Coldiretti e Filiera Italia -, mentre il 90,6% del prezzo è il margine della distribuzione commerciale, i costi di produzione industriali, il costo della bottiglia, dei trasporti, il tappo, l’etichetta e la pubblicità.