“Il sindaco di Cerignola non ha bisogno di scomodare Balzac per colpire i resoconti della Gazzetta del Mezzogiorno sui disagi e disservizi dell’ospedale “Tatarella” e diffamare i giornalisti. È sufficiente si vada a rileggere la Costituzione, su cui ha certamente giurato, per scoprire che in Italia il diritto di cronaca e la libertà di stampa sono garantiti dall’art. 21”. È quanto sostengono in una nota l’Ordine dei Giornalisti e l’Associazione della Stampa di Puglia, esprimendo solidarietà e vicinanza al giornalista Gennaro Balzano, pubblicamente offeso in un post su Facebook dal primo cittadino di Cerignola, Francesco Bonito, per aver riportato i disagi degli operatori sanitari e i ripetuti episodi di furti e aggressioni che avvengono nell’ospedale cerignolano, sull’edizione locale della Gazzetta di sabato scorso.
“Il sindaco, nella sua nota, pretende di decidere quali siano le notizie meritevoli di attenzione che il giornale dovrebbe riportare, come l’inaugurazione di nuove attività assistenziali, e quali invece non dovrebbero essere menzionate perché, evidentemente, giudicate ‘scomode’ dalla sua amministrazione comunale e dalla Asl foggiana. Dimentica – sottolineano Ordine e Assostampa Puglia – che la stampa è libera da almeno 77 anni e che i giornali non si fanno dettare la linea editoriale o l’agenda di cronaca né da lui né dalla più alta carica dello Stato”.
“La tutela di questi principi dovrebbe essere la prima preoccupazione di un sindaco; la seconda quella di arrendersi all’idea che il sacrosanto diritto dei cittadini ad essere informati vale anche per le notizie che non piacciono a chi li amministra. Dunque, al netto degli sfoghi sui social, il sindaco Bonito se ne faccia una ragione: laddove ritenga vi siano gli estremi, si rivolga alle autorità competenti. Diversamente – proseguono Ordine e associazione della Stampa di Puglia – eviti di esercitare pressioni ingiuriose su Balzano e qualsiasi giornalista eserciti il diritto di cronaca. Da un primo cittadino con un passato da magistrato e parlamentare era lecito aspettarsi l’esercizio del diritto di critica, non certo l’abuso dell’insulto”.