“L’università è un patrimonio fondamentale per il territorio, ma anche la città deve fare la sua parte”. Il professor Gaetano Serviddio, tra i più quotati nella corsa per il nuovo rettore dell’Università di Foggia, ribalta diversi paradigmi del mandato-lampo del suo predecessore, Pierpaolo Limone. Il braccio teso al dipartimento di Economia, palesato oggi durante la conferenza di presentazione dell’accordo con il direttore Michele Milone e con l’ex parlamentare Nunzio Angiola, è solo il primo passo nel percorso di ripensamento della governance dell’ateneo che “è cresciuto più di tutti gli altri in Puglia”. Ma che dovrà continuare ad essere attrattivo, pena il “declassamento”.
La facoltà di Medicina, anche in virtù dei progetti di cooperazione con la Bat, sarà il faro. Non solo per la necessità impellente di formare nuovi camici bianchi per le aziende sanitarie, ma anche per trainare le aree che fanno fatica a tenere il passo della crescita del numero di iscritti. “Non punteremo a creare nuovi corsi, ma rafforzeremo la collaborazione tra i dipartimenti per creare percorsi specialistici capaci di formare professionalità spendibili nel mondo del lavoro. Oggi il modello è multidisciplinare, bisogna lavorare in team“, ha chiosato il medico del Policlinico Riuniti.
Le esperienze congiunte con Economia, con i corsi di management sanitario, possono essere il modello da cui attingere. “Questo accordo – ha aggiunto Milone – è una sintesi per arrivare già velocemente alla scelta del nuovo rettore. Il tempo rema contro di noi, dobbiamo riprendere il percorso virtuoso interrotto negli ultimi mesi”. Sui corsi dell’Unifg, Serviddio ha sottolineato la necessità di “evitare il concetto di redistribuzione, per arricchire l’offerta puntando sul consolidamento delle aree ‘forti’ e sul contestuale sostegno chi corre di meno”. “È impensabile pensare ad una università a più velocità, l’obiettivo è diventare l’hub di riferimento degli investimenti regionali per lo sviluppo della Capitnata”, ha affermato. Per farlo, servirà creare i presupposti per la crescita degli operatori economici del territorio, ma facendo attenzione alle scelte sulle direttrici e sugli interlocutori: “Saremo impermeabili a qualsiasi influenza politica o affaristica – ha chiosato in riferimento alla Terza missione -, in passato ci sono state scelte gravi dalle quali prendiamo le distanze”, ha affermato riferendosi allo studio contestato su una cooperativa del territorio, sul quale c’è stato il dietrofront di Limone. Poi, il passaggio su Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimenti, Risorse Naturali e Ingegneria (Dafne): “Saranno decisivi nel nostro percorso di crescita”.
Angiola, invece, si è soffermato sul potenziamento (e le stabilizzazioni) del personale tecnico-amministrativo. E sugli studenti: “Il 59% degli iscritti sono fuori sede, parliamo di 7.498 studenti per i quali c’è un numero risibile di posti letto (poco più di 160). Questa può essere la leva per attivare processi virtuosi di contaminazione in quella città universitaria che finora è rimasto un grande miraggio”.