Giunse anche una lettera anonima: “Alessandro era un bravissimo ragazzo ma è stata l’influenza di quegli amici sbagliati che l’ha tradito. Si era messo in un giro più grande di lui e neanche lui sapeva come uscirne fuori”. Parole avvolte nel mistero. Vani gli appelli della famiglia, che si ripetono incessantemente, ogni anno, per richiamare l’attenzione sul caso, ma soprattutto per scuotere le coscienze di chi conosce tutta la verità, ma tace, di chi ha visto, ma ha paura.
Ad impegnarsi in prima linea per fare luce sulla storia di Alessandro, l’associazione per le persone scomparse “Penelope”. Ma oltre al ricordo e alle iniziative lodevoli, in questi 14 anni ha regnato anche molta omertà. “La vicinanza della comunità non è mancata, ma non c’è mai stata l’intenzione di andare in fondo alla vicenda – spiegarono a l’Immediato i referenti di “Penelope” -. Capire cosa sia accaduto ad un ragazzo di appena 16 anni, con un quartiere e delle amicizie che forse non è riuscito ad evitare. Ciò che è accaduto a lui poteva accadere a tutti”.
Il caso di Alessandro è stato ripreso pochi mesi fa dalla trasmissione di Canale Nove “Mafia Connection” mentre a l’Immediato, in precedenza, aveva rilasciato un’intervista sua madre Rosa, ancora desiderosa di ottenere la verità sul figlio: “Una brutta verità è sempre meglio di non sapere nulla”, le sue parole ai nostri microfoni.