Sono 43 gli indagati per “Troy”, maxi operazione contro il narcotraffico a San Severo. Dalle carte dell’inchiesta, 200 pagine di ricostruzioni, è emerso che gli arrestati avevano il totale controllo di diversi quartieri della città: in particolare il “Luisa Fantasia” detto “Texas”, il rione “San Bernardino”, via Mario Carli “Fort Apache” e il “ferro di cavallo” di via Giulio Cesare. La presenza di vedette, porte blindate, sistema di telecamere e strade pubbliche bloccate, ha spinto gli investigatori a paragonare queste zone a Scampia, centro nevralgico della droga per le organizzazioni camorristiche.
Tra gli arrestati figurano anche molti ragazzi, il più giovane è del 2004. E spuntano ben 5 donne. “Con riferimento alle posizioni di Mario Luminoso, Michele Gernone e Valentina Palumbo” – riportano le carte dell’inchiesta – colpisce “l’aggravante” dell’essersi “avvalsi di persona minore”. Stando all’accusa, i tre “in concorso, detenevano ai fini dello spaccio strumenti per la pesatura, il taglio e il confezionamento degli stupefacenti e per la distruzione immediata degli stessi in caso di controlli delle forze di polizia (stufa a legna tenuta sempre in funzione)”.
Gli arrestati si sarebbero serviti di “sistemi di sicurezza (porte in ferro e cancelli) e videosorveglianza”. Trovate “somme di denaro e rilevanti quantitativi di cocaina, eroina, crack, marijuana ed hashish in panetti, pietre o polvere, anche all’interno di buste sottovuoto, in partite di decine di grammi ciascuna”.
I narcotrafficanti, dislocati in 13 piazze di spaccio, non sapevano però che tra i propri clienti vi erano anche due agenti infiltrati della Polizia di Stato (i “cavalli di Troia”, da qui il nome del blitz) che più volte si sono recati dai vari pusher per acquistare dosi di droga.
Oggi sono stati eseguiti una serie di arresti “differiti” ovvero messi in atto per vicende documentate nei mesi scorsi, da marzo 2022 fino al 29 agosto scorso.
Da Brumotti agli arresti
“Il procedimento – si legge – nasce in seguito dei noti e violenti fatti accaduti nella giornata del 5 ottobre 2021, allorquando un nutrito gruppo di residenti del quartiere popolare ‘San Bernardino’ aggrediva, dapprima verbalmente poi fisicamente, una troupe televisiva (tra cui il giornalista Vittorio Brumotti) della testata ‘Striscia la Notizia’ colpevole di aver effettuato un servizio giornalistico sull’attività di spaccio presso il citato rione popolare e precisamente nelle adiacenze della palazzina 43″.
“Gli operatori Mediaset avevano effettuato una ripresa video relativa ad una cessione di sostanza stupefacente (cocaina) perpetrata da Vernucci e Guerrieri soggetti che, come si vedrà nel corso della presente richiesta, si renderanno responsabili di ulteriori cessioni di sostanza stupefacente. I giornalisti venivano aggrediti e malmenati, nonché dileggiati e minacciati di morte. Nella colluttazione venivano coinvolti e feriti anche agenti della Polizia di Stato”.
Gli agenti infiltrati hanno documentato gran parte dell’organizzazione dei narcos. In via Mario Carli (Fort Apache) è emerso un totale degrado, “portoni non contrassegnati da scale, interni, allacci di corrente con fili volanti ed in particolare, nel fare un giro nell’area sottostante ai palazzi, si poteva vedere inoltre che, al piano terra nell’area condominiale a livello stradale sotto i porticati, sono stati ricavati e costruiti abusivamente degli alloggi, tutti monitorati da telecamere, sicuramente come deterrente per il controllo da parte delle forze dell’ordine al fine di agevolare l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’effettuare l’attività lavorativa sotto copertura presso la palazzina 5/C, una signora riferiva in merito alle cattive frequentazioni di quei palazzi, brutti e frequentati da pregiudicati che vendono droga. Durante un giro sempre durante l’attività lavorativa, si notava, inoltre, che al piano terra nella palazzina 5/B, oltrepassato l’ingresso di accesso, quasi di fronte al portone di quella scala, è stato costruito un locale abusivo, protetto da un cancello in ferro e porta blindata, controllata e vigilata da ragazzi con funzione di vedette”.
Uno degli agenti sotto copertura aveva intercettato e stretto un rapporto di fiducia con Salvatore Lombardi, il 30enne ucciso ad aprile scorso. Lombardi presentò alcuni degli arrestati di oggi al poliziotto infiltrato, ospitando l’agente persino a casa sua per un caffè. Una volta entrato nell’abitazione del sanseverese, l’agente sotto copertura ha avuto “modo di notare una piscina funzionante interrata posta sul lato destro del giardino – riportano le carte –; frontalmente due scale in marmo curve, una a destra ed una a sinistra con relativo ballatoio a semicerchio che permettono l’accesso all’interno dell’abitazione, mentre nella parte sottostante al ballatoio ci sono due colonne. Si rappresenta inoltre che, all’interno del giardino erano presenti nella parte alta del ballatoio, due operai edili impegnati al completamento di lavori in muratura ed elettrici relativi all’illuminazione della predetta piscina”.
I “gestori” di San Bernardino e i nomi dei 43 coinvolti nel blitz
Al quartiere di San Bernardino (foto in alto) “è stata riscontrata – riporta l’ordinanza – l’operatività di almeno cinque ‘piazze di spaccio’: una prima riferibile all’indagato Estifanos Andom Tewelde; un’altra gestita da Gianni Vernucci e Anna Rita Zaccaria; una terza facente capo ad Angelo Marinelli; un’altra riferibile Daniele Guerrieri e Giacomo Vecera (il “Gabbiotto”); e un’ultima gestita da Anna Maria Marinelli e Rosanna Sabrina Salvatore“.
I nomi delle persone coinvolte sono Estifanos Andom Tewelde, Vincenzo Astuti, Michele Biccari, Antonio Pio Calò, Francesco Calò detto “Munnezz”, Severino Cascitelli, Daniele Cercone, Pietro Cerrone, Andrea Cologno, Nazario Cota, Alessio Carlo D’Aloia, Giovanni De Cesare, Danilo Danese, Michele De Cata, Alessio De Matteis, Antonio Di Noia, Dennis Gernone, Michele Gernone, Lusi Gomeri, Daniele Guerrieri, Mario Luminoso, Angelo Marinelli, Anna Maria Marinelli, Michele Leonardo Marinelli, Carmine Palumbo, Valentina Palumbo, Salvatore Perillo, Domenico Pupillo, Angelo Antonio Prencipe, Aurelian Rogojina, Antonio Romano, Gabriella Russi, Vincenzo Sabatino, Rosanna Sabrina Salvatore, Daniele Santacroce, Mirko Scotece, Nicola Severino Tartaglione, Alessio Vaglia, Raffaele Vaglia, Giacome Vecera, Gianni Vernucci e Anna Rita Zaccaria. Sugli indagati pendono almeno 89 ipotesi di reato.
Le conclusioni dei magistrati
Il sostituto procuratore vicario di Foggia Antonio Laronga ha evidenziato come San Severo sia ormai uno snodo cruciale per il narcotraffico non solo per la provincia di Foggia “che è grande come una regione ma anche per le regioni limitrofe”. Il magistrato ha anche ricordato che negli ultimi 10 mesi ci sono state ben 6 operazioni antidroga a San Severo. Il procuratore capo Ludovico Vaccaro ha invece esaltato il lavoro degli agenti sotto copertura: “La cittadinanza deve essere grata a loro per il coraggio dimostrato”.
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