“Di scrivere questo post proprio non mi va. Avvertirvi che la nostra libreria abbassa la serranda è una di quelle notizie che non avrei mai voluto dare, perché gli eventi conclusivi sanno di abbandono, di sconfitta, di amaro. Ma visto che sono qui e visto che vi sto raccontando questa cosa, cercherò di utilizzare parole positive e vi racconterò che ho vissuto un’esperienza bellissima per nove anni”. Inizia così il messaggio di Laura Del Vecchio, libraia di Manfredonia che sui social ha annunciato la triste chiusura della libreria per ragazzi “Nella pancia della balena” con sede nel centro della città sipontina.
“È stato luogo di incontro, di condivisione, di educazione, di chiacchiere, caffè, feste, balli, canti. Abbiamo letto libri con i bambini sordi e con bebè di pochi mesi; letto in inglese, francese, russo; presentato autori, intavolato sedute psicologiche, festeggiato anni compiuti, pasticciato con colori e colla, ma soprattutto abbiamo mediato l’accesso al libro. È dal libro che tutto è cominciato e per il libro e la lettura che io e Ortensia ci siamo impegnate ed affannate con spese, bollette, F24, tasse, per tutti questi anni. Oggi con cuore in gola, e ancora il libro e la lettura in testa, noi voltiamo pagina e continuiamo i nostri percorsi lavorativi e di vita. Grazie a tutti quelli che erano lì con noi e sanno di cosa parlo. La libreria chiude tra una settimana, per cui passate a farci un saluto!”.
Periodo nero per la cultura e per il mondo delle librerie. Sempre sui social, in queste ore, è virale il post dei titolari della libreria Mondadori di via Oberdan a Foggia, storico punto di riferimento per i cittadini. Polemiche per la recente lista pubblicata dal Ministero della Cultura che ha tenuto fuori l’attività foggiana. “Mi congratulo con chi ha stilato questa classifica assolutamente falsa, facendo in modo che determinate librerie centenarie come la mia, non venissero nemmeno censite – scrive Marisa Colucci -. Vorrei dire a questi signori di documentarsi circa la storia di ciascuna delle librerie menzionate, 150 anni di storia dovrebbero essere considerati patrimonio italiano, ignoranti!”.