Il rincaro irrefrenabile dei prezzi delle materie prime e l’ascesa spropositata dei costi di produzione, sommati all’aumento del carburante agricolo e dei concimi stanno portando l’agricoltura al collasso anche in Capitanata. L’allarme questa mattina arriva dal presidente di Confagricoltura Foggia, Filippo Schiavone, che oltre ad evidenziare i problemi, avanza le proposte per la sopravvivenza del comparto. “Stiamo assistendo in particolare all’impennata del prezzo del gasolio che in poco più di due mesi è schizzato da 0.70 a 1,40 al litro. Per non parlare del caro bollette che sta penalizzando il florovivaismo. Soffre anche il settore zootecnico del Gargano e dei Monti Dauni, fortemente colpito per l’aumento del prezzo della mangimistica e soprattutto del mais. E poi l’impatto della guerra sull’agricoltura che ha inasprito quello che stava già accadendo prima. Da un lato la Russia e l’Ucraina hanno bloccato l’importazione di mais e di grano tenero, dall’altro lato l’Unione Europea con le sanzioni applicate ha di fatto bloccato tutte le esportazioni, basti pensare a tutto il made in Italy come vino, olio, pasta fermi nei magazzini anche della nostra provincia”.
E non è finita: incombe anche l’incognita grano duro. “Nel Foggiano – ha rimarcato Schiavone – non si è mai prodotto grano con questi costi altissimi. È vero che oggi il grano ha toccato i massimi storici (54 euro al quintale all’ultima Borsa Merci di Foggia), ma non siamo certi di mantenere questi prezzi a giugno. Se il prezzo del grano dovesse diminuire sarebbe una sciagura totale per le aziende. Vedremo il Governo che farà. Intanto un primo segnale lo ha lanciato a favore del mondo agricolo, ma è ancora un piccolo passo nonostante le richieste di Confagricoltura sono state accolte”.