Gli appalti milionari si decidevano al ristorante (aperti anche appositamente per loro), durante pranzi e cene pagati dall’imprenditore Roberto Pucillo al direttore generale dell’Asl di Foggia, Vito Piazzolla. È l’ipotesi investigativa nell’inchiesta sulla sanità foggiana. Sono diversi gli episodi contestati nelle carte dell’indagine portata avanti dalla Guardia di finanza sull’azienda sanitaria che ogni anno gestisce qualcosa come 1,2 miliardi di euro. Sullo sfondo delle diverse contestazioni, ci sarebbe una “spregiudicatezza e sfrontatezza” capace di procurare “illeciti guadagni”. E un “alto pericolo di reiterazione dei reati” per via della posizione (e dei rapporti amicali) del manager barlettano (chiamava Pucillo “mitico aviatore”) e dell’ingegnere Rita Acquaviva con pezzi della “Foggia bene”. L’attività di indagine metterebbe in luce una triangolazione perversa finalizzata a favorire Alidaunia nell’affidamento di importanti gare d’appalto. In una circostanza, l’avvocato a capo della società di navigazione aerea ha persino presentato un esposto in Procura per ribaltare le sorti di un affidamento.
Pranzi da 36 milioni di euro
L’elisoccorso ordinario era la gara delle gare. Un valore di quasi 40 milioni di euro per cinque anni, oltre all’eventuale proroga di 29,8 milioni per l’opzione dei quattro anni successivi. La procedura è stata avviata il 30 gennaio 2020, poco prima che scoppiasse l’emergenza Covid. Ma l’operazione sarebbe partita già a luglio del 2018, quando – ricostruiscono le Fiamme gialle -, “in attesa del parere di pre-contenzioso chiesto dall’Asl Foggia all’ANAC per la gara di supporto al Rup (responsabile unico procedimento), il patron Roberto ha ottenuto da Michele Fattibene – direttore dipartimento Emergenza Urgenza 118 – l’ultima versione del relativo capitolato tecnico depositato presso l’Asl dauna”. Per mettersi al riparo, poi, è stato sostituito Massimo Raponi con Rita Acquaviva nel ruolo di responsabile del procedimento, perché il primo avrebbe ostacolato i “desiderata dell’imprenditore”.
“Nei mesi successivi alla nomina sono stati registrati continui contatti di Roberto Pucillo con Vito Piazzolla e Rita Acquaviva – riportano gli inquirenti nelle carte -, al fine di predisporre gli atti necessari alla gara; contatti, questi, ovviamente non ufficiali, ma che servivano per garantire ad Alidaunia S.r.l. la certezza dell’aggiudicazione del servizio”. In particolare, vengono citati due pranzi (“organizzati appositamente”) – uno a Giovinazzo ad aprile del 2019, l’altro a Canosa a settembre 2019 -, in cui sarebbero state definite “le strategie operative per il buon esito della vicenda”. La manipolazione sarebbe avvenuta con la complicità di una parte della tecnostruttura: come ricostruito, le carte venivano predisposte da Roberta Pucillo, con l’ausilio di una collaboratrice, prima di essere recepite (errori compresi) da Acquaviva negli atti ufficiali dell’Asl.
Dopo le perquisizioni negli uffici del febbraio 2020, la procedura amministrativa ha subito uno stop con l’annullamento della delibera del 30 gennaio. Tuttavia, si è trattato di una breve pausa, durante la quale Alidaunia ha continuato ad operare in regime di proroga per espletare il servizio di elisoccorso. Poco dopo però, a giugno 2020, l’Asl ha deciso di ripartire nuovamente, per giungere all’affidamento del servizio di elisoccorso ordinario, partendo nuovamente dalla gara di supporto al Rup, che “anche stavolta – dicono gli inquirenti – pare essere stata definita – pur non avendo elementi certi attesa la cessazione del monitoraggio dei soggetti coinvolti – con il fine ultimo di favorire successivamente la società di Roberto Pucillo, essendo infatti stata aggiudicata, in data 14 gennaio 2021, alla ‘Amesco Srl’, riconducibile al noto ‘amico’ Giovanni Ambrosone“.
La gestione delle postazioni sul Gargano
Prima del Covid, a tener banco nella sanità foggiana – soprattutto d’estate, per via dell’enorme afflusso di turisti – erano le criticità nei servizi sul Gargano. In particolare a Vieste. Per sopperire alle carenze, per le quali sono state inoltrate diverse segnalazioni, denunce e interrogazioni regionali, venne individuata la soluzione dell’elisoccorso. Nulla da eccepire sul fronte della necessità del servizio, ma gli inquirenti hanno processato tutti i passaggi dell’affidamento. Oltre un milione di euro è stato infatti subito destinato all’elisoccorso estivo, attraverso una gara bandita a maggio 2019 e aggiudicata ad Alidaunia a giugno 2019.
“Anche in questo caso – spiegano nell’indagine -, l’esito della gara è il frutto di preventivi accordi stretti tra l’imprenditore Pucillo, il dg Piazzolla, nonché la dirigente dell’area tecnica dell’Asl e responsabile del procedimento Acquaviva. In particolare l’autorizzazione a contrarre, per l’affidamento del servizio, è stata artatamente condivisa tra Pucillo e i vertici Asl – si legge ancora -, ed impostata in maniera tale da assicurare ad Alidaunia S.r.l. l’aggiudicazione, atteso il breve lasso di tempo consentito ad eventuali interessati per presentare eventuali manifestazioni di interesse e la condizione imprescindibile per gli operatori economici interessati – di garantire, presso le sedi di Foggia e Vieste, già prima di aggiudicarsi la gara la disponibilità dell’elisuperficie di soccorso. Tale requisito, per stessa ammissione di un dirigente della Stazione appaltante (Massimo Raponi, ndr), verrebbe strumentalmente inserito in ogni gara di elisoccorso per avvantaggiare Alidaunia S.r.l., unica società del settore in grado di soddisfare tale richiesta”.
Le operazioni “creative”
Un elemento decisivo, nella fattispecie, riguarderebbe “l’avversione” di Piazzolla negli investimenti per elisuperfici di proprietà (requisito in disponibilità nell’attività della società foggiana). Infatti, “nei capitolati relativi all’affidamento del servizio (ordinario ed estivo), pubblicati dall’A.S.L. Foggia negli ultimi anni, è stata sempre richiesta, come conditio sine qua non per la partecipazione, la disponibilità di elisuperfici a Foggia (per il servizio ordinario) e a Vieste (per quello estivo) entrambe gestite da Alidaunia, requisito che, invece, potrebbe essere contemplato nelle fasi post aggiudicazione, allorquando la società appaltatrice deve dare esecuzione al servizio nei termini fissati da contratto”. Sul punto vengono citati i lavori (e la gestione) per le elisuperfici di Vico del Gargano e Cerignola che, seppur non certamente riconducibili alle “esigenze” delle procedure di gara, sarebbero stati finalizzati “a corrispondere in altro modo non ‘ortodosso’ denaro pubblico alla società foggiana”. E i problemi erano questioni da risolvere in breve tempo. Anche con operazioni “creative”, come la separazione dei mandati di pagamento per rientrare sotto la soglia di 40mila euro per gli affidamenti diretti. (In alto, Pucillo e Piazzolla)