Parco Nazionale del Gargano sotto attacco e nel mirino della criminalità. Gli ultimi due episodi di illegalità ambientale avvenuti tra Manfredonia e Mattinata, spingono tutti ad una seria ed attenta riflessione. Cosa sta succedendo nell’area protetta più importante della Puglia? Il macabro ritrovamento di un cormorano impiccato e con una cartuccia di fucile in bocca a Manfredonia presso l’Oasi Lago Salso, e gli alberi tagliati sulla montagna di Mattinata sono due segnali forti. Ne abbiamo parlato con il presidente dell’Ente Parco, Pasquale Pazienza. “Sono due episodi da attribuire alla stupidità umana, anche se poi ci sono anche altre ragioni dietro questi due fattacci. Noi da tempo stiamo lavorando in stretta collaborazione con i Carabinieri Forestali, e abbiamo assunto una posizione ben precisa rispetto alla caccia illegale, e probabilmente qualcuno ha pensato di rispondere uccidendo quel povero cormorano. Matrice mafiosa? No, assolutamente no, almeno rispetto all’uccisione del cormorano. Per quanto riguarda, invece, il taglio degli alberi a Mattinata, attendo i risultati delle indagini che sono state subito avviate dalle Forze dell’Ordine”.
La vicenda del cormorano ha suscitato rabbia e sgomento. Ma anche reazioni, come quella del Centro Studi Naturalistici di Foggia. “È il segnale tipico di una terra profondamente malata, dove le istituzioni non hanno investito minimamente in comunicazione cultura intorno a leggende e notizie false intorno a questi cormorani. I mali di questa terra – afferma Vincenzo Rizzi, presidente del Csn – sono da attribuire esclusivamente alle persone che gestiscono male il territorio. Spesso si attribuiscono colpe a lupi, cormorani ed altri animali che vengono dipinti come dei mostri, quando invece i colpevoli di questo continuo degrado ambientale sono coloro che gestiscono il territorio, un territorio profondamente malato di mafia”.