Sono 19 gli operatori ‘no Vax’ del Policlinico “Riuniti” di Foggia. Tutti infermieri e operatori socio sanitari. Un solo medico. Per loro, lunedì verrà presa una decisione. Non proprio semplice, se si pensa che la norma consente di collocare il dipendente in una posizione ‘non esposta al pubblico’, per esempio in smart working. Operazione impossibile per chi può solo operare in corsia. La Regione Puglia nelle ultime ore ha diramato una circolare per indirizzare l’operato dei manager. Il faro resta il caso di Brindisi, dove l’Asl ha deciso di sospendere (senza retribuzione) fino al 31 dicembre il personale che non si era sottoposto alla vaccinazione anti Covid.
Nelle scorse ore, il il giudice del lavoro del Tribunale ha bocciato il ricorso degli infermieri perché “non c’erano i presupposti per sottrarsi alla vaccinazione, né all’emissione di un provvedimento di urgenza per la perdita della retribuzione”. Il manager Giuseppe Pasqualone è stato il primo in Puglia ad adottare un provvedimento di questo tipo, sospendendo 15 dipendenti (4 medici, un assistente sociale, un tecnico di laboratorio, infermieri e Oss).
“Attendiamo le ultime disposizioni nazionali e regionali – ha commentato il direttore generale Vitangelo Dattoli -, poi dalla settimana prossima partiremo con le iniziative conformi alla legge. Tengo a precisare che sul personale non vaccinato stiamo assumendo un regime di controllo speciale con cadenza settimanale, prevedendo tamponi e altre forme di monitoraggio. La Regione sta attendendo la conferma degli organi e albi professionali sulla condizione di non vaccinazione dei propri iscritti, poi si potrà avviare la procedura prevista dalle norme”. In tutta Italia negli ultimi giorni sono stati presentati centinaia di ricorsi da parte di chi non vorrebbe aderire alla campagna vaccinale, pur operando in posizioni ad alto rischio come le corsi degli ospedali. L’andamento nel sistema sanitario nazionale è stato commentato dal professor Vito Barosio subito dopo l’udienza al Tar Piemonte per il ricorso di circa 500 persone contro la decisione dell’Asl piemontese: “La procedura per il personale sanitario che ancora non si è sottoposto alla vaccinazione prosegue come previsto dal decreto legge 44 del 2021, non essendoci stata alcuna sospensiva le Asl invieranno ai medici non vaccinati il formale invito a farlo entro 15 giorni. Per gli operatori sanitari che non si vaccineranno le Asl potranno prendere provvedimenti previsti dal decreto legge, come spostare il dipendente per evitare il contatto con il paziente oppure lasciarlo a casa senza stipendio fino al 31 dicembre”.
Dall’altra parte ci sono le ragioni dei ‘no Vax’, riassunte nelle 102 pagine di ricorso, in cui si sostiene “l’illegittimità costituzionale sia del diritto interno che di quello europeo di un obbligo riferito ad un vaccino di cui non è garantita né la sicurezza né l’efficacia, essendo la comunità scientifica unanime nel ritenere insufficiente sia dal punto di vista oggettivo che temporale la sperimentazione eseguita”. Tra le illegittimità sollevate da chi si oppone alla vaccinazione c’è anche “la pretesa di condizionare la somministrazione del vaccino obbligatorio al rilascio di una totale esenzione di responsabilità per danni che dovessero derivare da tale vaccino non adeguatamente sperimentato e la conseguente mancata previsione di un indennizzo ritenuto invece dalla giurisprudenza costituzionale condizione essenziale e imprescindibile per l’imposizione di un obbligo vaccinale e di un trattamento sanitario obbligatorio”. Il ricorso di fonda quindi “sulla libertà di scelta della cura” e si conclude con la riserva di presentare una istanza di misura cautelare urgente nel caso in cui “le Asl proseguissero nell’illegittimo procedimento avviato”.