Parla D’Alba, il grande assente all’elezione del nuovo presidente di Confindustria Foggia. “Ora c’è serenità ma chiedo più rispetto per gli imprenditori”

“Daremo tempo e fiducia al nuovo, valuteremo le azioni di volta in volta. In questa fase però bisognerebbe essere rispettosi nei confronti di imprese che danno lavoro a oltre 300 foggiani”

“Ero fuori per impegni, non c’è nessun motivo particolare per la mia mancata partecipazione alla nomina del nuovo presidente, ora c’è serenità, anche se bisognerebbe avere amore e rispetto per tutti gli imprenditori”. L’amara ironia nelle parole di Michele D’Alba, il grande assente nel giorno dell’elezione del nuovo presidente di Confindustria Foggia, Giancarlo Francesco Dimauro, sembra sottendere ad un conflitto mai elaborato. Da marzo del 2019, con la nomina a presidente della sezione Metalmeccanica, fino alla proposta per la presidenza oggi smentita (“Non l’ho mai pensato, sono troppo preso dalle mie aziende”), la traiettoria consociativa sembrava far presagire altre curvature. Forse per questo, sullo sfondo, tra le lampade smeraldine e le impunture bordò di via Valentini Vista Franco, riecheggiano ancora partite e destini incrociati, sotto l’uroborico giro a somma zero del ritorno di Eliseo Zanasi.

“Lui è bravo, con i suoi pregi e i suoi difetti, penso sia lui Confindustria a Foggia”, rimarca il patron delle Tre Fiammelle. Il linguaggio politically correct delle ultime ore stride molto con l’intemerata natalizia, dinanzi allo stesso Sergio Fontana, il numero uno degli imprenditori regionali che in ogni occasione (anche a nome di Carlo Bonomi) cita il “socio” Paolo Telesforo. La battaglia di Gianni Rotice e Armando De Girolamo “è un’altra cosa”, ripete più volte al telefono, “ognuno ha le sue questioni, ma secondo me andava fatto un discorso differente, adesso la questione burocratica se la sbroglia chi è stato coinvolto nelle vicende, io faccio parte di un organo e devo andare avanti, risolvendo i problemi che si presentano”. 

Del resto, l’ingegnere manfredoniano ha già esternato tutto il suo malcontento per la “gestione romana” della partita avvelenata, dichiarandosi “fuori da queste logiche che non possono essere condivise da un territorio che vuole essere rappresentato da aziende solide, con fatturato e dipendenti”. 

“Daremo tempo e fiducia al nuovo – ha aggiunto D’Alba –, valuteremo le azioni di volta in volta. In questa fase però bisognerebbe essere rispettosi nei confronti di imprese che danno lavoro a oltre 300 foggiani, di imprenditori che hanno investito denaro – senza fondo perduto e il supporto della Regione – in un sogno che va avanti dal 1985, quello di una lavanderia industriale di rilievo per il Sud. Evidentemente, tutto questo può muovere l’invidia di qualcuno, ma non deve essere questo lo spirito per collaborare”. Poi conclude: “La mia altra grande soddisfazione è quella di far parte di un grande gruppo, Universo Salute, con il mio 40%. I rapporti con il mio socio (Telesforo, NdR) sono ottimi – risponde alla domanda sull’attuale situazione nella compagine -, anzi se dovessi lasciare le chiavi della mia cassaforte di famiglia le lascerei a lui”. (In alto, D’Alba; nel riquadro, Zanasi e Dimauro)